Discussione: Tentativo d'inizio...
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 26-01-2010, 16.07.28   #10
Urian
Viandante
 
L'avatar di Urian
Registrazione: 19-01-2010
Residenza: Saluzzo(CN)
Messaggi: 17
Urian è sulla buona strada
Capitolo 8: Scontro all'ultimo sangue

Sul terreno si ammonticchiavano i morti fatti a pezzi, i feriti che si dibattevano, i cavalli uccisi o morenti, e il sangue rendeva il suolo scivoloso. Le grida della battaglia venivano riecheggiate nella foresta: il cozzare delle spade sugli scudi, gli schianti e i grugniti degli uomini armati di lancia che si scontravano con uguale impeto, le grida di guerra e gli urli di trionfo, le imprecazioni, i nitriti dei cavalli morenti, i tristi gemiti degli uomini feriti a morte.
Le Guardie si fecero largo tra gli arbusti a suon di spade, fin quando non videro innanzi a loro una piccola radura, imperiali e elfi intenti a contendersela.
Si fermarono all'udire quel frastuono.
“Chi..?!” chiese Petril.
“Lord Viclamin, e la sua armata.” sussurrò amaramente in risposta il Lord Cinghiale.
Dalla loro nascosta posizione nella boscaglia, Otidak, Petril e Yennan seguivano la battaglia e trattenevano gli uomini schierati in silenzio, sebbene molte Guardie fremessero e tremassero per l'impazienza di gettarsi nella lotta.
Nel frattempo, la mortale battaglia continuava.
Chorster si rese conto che non avrebbe potuto sconfiggere i suoi nemici. Infuriò pazzamente come un leone ferito, correndo avanti e indietro contro chiunque gli si opponesse, cercando d'infondere coraggio nei suoi cavalieri.
“Guardie, andiamo ad aiutare i nostri fratelli! Suonate il corno di Hargendorf! Che riecheggi nella foresta!” sentenziò finalmente Otidak.
Il suono, forte e assordante, attirò l'attenzione dei due schieramenti che, per un attimo, smisero di combattere, per poi riprendere ancora più vigorosamente.
Un pallido sole stava sorgendo, inondando la sanguinosa radura.
Lord Viclamin, in preda allo sgomento, decise di prender parte alla battaglia. Lento e imponente, a cavallo sul suo smeraldino destriero, avanzò creando scompiglio tra le fila imperiali. Al seguito, alcune decine di carnefici, sbavanti, l'ascia già tremante salda in mano.
“Laggiù!” indicò il tenente, vedendo avanzare la bestia.
“Lo vediamo, lo vediamo!”
“Come mai allora non gli vedo già un palo in fronte?”
Alcuni arcieri scoccarono frettolosamente in direzione del naggaronte. Le frecce si conficcarono assordantemente nella corazza, rendendola spinosa.
“Dannazione, siamo troppo distanti, e l'armatura ricopre quasi tutto il corpo!”
“Avanziamo! Muoversi, muoversi!” gridò il tenente infuriato.
Ma ormai Lord Viclamin, stava già massacrando decine di picchieri con le lance attaccate alla corazza dell'animale, mentre quello ne faceva fuggire altrettanti, creando scompiglio tra le ordinate fila imperiali.
Lord Otidak, armato di una lunga spada argentata a due mani e uno scodo dorato, la sopravveste ornata da un cinghiale impennato, s'intromise altezzosamente fra le sue truppe e Lord Viclamin.
In sella al naggaronte, il Lord Oscuro parlò, la voce roca e carica di odio: “Sei il benvenuto.” e spronò il destriero lanciandosi all'attacco. Non esisteva alcuna possibilità di riposo per entrambi, perché l'animale, esortato e guidato dal padrone, era votato alla morte del suo avversario e non cessava di attaccare, di colpire e di farsi sotto, cercando un varco.
Il Lord Cinghiale, dal canto suo, si rendeva conto della pericolosità di un odio così feroce, della sua forza sovrumana, della sua resistenza alle ferite, ma conosceva altresì i punti deboli di una tattica temeraria. Si scoprì per attrarre la testa dell'animale che, caduto nel tranello, venne decapitato da Otidak; il sangue vermiglio che zampillava dal suo collo, ancora incandescente, disegnò un arco nell'aria.
Inerte, la carcassa del naggaronte s'accasciò a terra con un tonfo e Lord Viclamin fu costretto a smontare da quel corpo esanime.
Subito, impugnata l'enorme mazza di ferro, irruppe contro il Lord Cinghiale che, tuttavia, si limitava a parare all'ultimo i colpi di Viclamin, combattendo in difesa, con un minimo di movimenti, cercando di fiaccare con la spossatezza il suo ansimante avversario spronato dall'odio; a poco a poco, lo vide trascinare i piedi, ne udì il respiro sibilante e, in un attimo di sosta, notò che Viclamin vacillava stordito.
Abbassò lo scudo e simulò un attacco, poi si spostò di lato e gettò lo scudo tra i piedi che si trascinavano. Il Lord Oscuro stramazzò per terra e Lord Otidak gli immobilizzò il polso con un piede, sollevò la protezione posteriore dell'elmo e conficcò la punta della spada nella spina dorsale. Lord Viclamin fremette una sola volta e morì all'istante, ucciso dal colpo di grazia.
Sprezzante, il Lord Cinghiale squadrò il corpo inoperoso che giaceva a terra.
“Se non mi avesse odiato tanto, forse avrebbe avuto maggiori possibilità di battermi.” sputò.
Le Guardie, guidate dai due Ufficiali, erano giunte sul campo di battaglia, alcune di loro intente a combattere contro le truppe più forti dell'esercito oscuro, i carnefici.
Uno di questi ferì con la sua enorme scure Lord Yennan, troncandogli di netto un braccio.
“Che tu sia dannato, lurido essere! Va all'inferno!” e gli conficcò la lunga picca nel costato, perforandogli un polmone.
Due Guardie trascinarono a forza il Lord per qualche metro lontano dai nemici e si fermarono per curargli il perfetto taglio che aveva vicino alla spalla destra dal quale fuoriusciva continuamente sangue.
“Petril, seguimi con il tuo manipolo! Choster è da solo!” ordinò Otidak.
Lasciarono alle Guardie di Yennan l'incombenza dei balestrieri che, nel frattempo, avevan riposto le balestre ed avevan impugnato le esili spade.
Le Khainite s'arresero precocemente alle possenti guardie, che le sterminarono senza pietà.
“Si! Si! Trucidiamoli!” Chorster esultò incredulo.
Era finita.
"Vittoria. Abbiamo vinto!".
Solamente gli arcieri ancora incoccavano e lanciavano in cerca degli ultimi superstiti fuggitivi, mentre tutte le altre truppe riposavano in silenzio, lunghi affannosi respiri. Alcuni s'inginocchiarono accanto ai compagni morti in battaglia, e balbettarono tristi alcune preghiere, per poi rialzarsi ed attendere gli ordini del comandante.
“Soldati! Miei compari, quest'immensa battaglia resterà negli annali di Hargendorf, ergeremo qui un immenso tempio, per tutti i caduti. Ma ora, torniamo alle nostre case, ci aspetta una città da ricostruire.” sentenziò amaramente il Generale osservando l'immensa radura cosparsa di copri morti e sangue.
“Cinghiale per tutti!” concluse com'era solito, allegramente.
“Cinghiale per tutti!” ripeterono in coro tutte le truppe, facendo tremare la foresta, mettendosi in cammino per Hargendorf cantando e suonando tamburi.


[Fine]
__________________
Un buon comandante non ha bisogno di rischiare: gli basta che sia il nemico a farlo.
Urian non è connesso   Rispondi citando