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Vecchio 24-01-2010, 17.32.38   #3
Urian
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Urian è sulla buona strada
Capitolo 3: Xavgretor

Xavgretor era ormai vicino cento passi dal limitare della selva. Fece un gesto all'artigliere che accese la miccia e mirò la foresta.
Partì un colpo di cannone.
La palla, atterrando, fece volare via alcuni corvi e spezzò il tronco di un albero. Da qualche parte in alto spuntò un aquila: planava su grandi ali grigio blu. Ingurgitò due corvi e poi sparì nuovamente nell'oscurità del cielo, sazia.
Ora dovevano essere rapidi.
Avanzarono nel silenzio più assoluto ed entrarono nella foresta senza trovarsi di fronte avversari.
“Dove si sono cacciati quei maledetti esseri? Possibile che...” così ruppe il silenzio il prete.
Cercò di cancellare all'istante il pensiero che si era formato nella sua mente.
“Diamoci una mossa!” ordinò.
Procedettero velocemente tra gli alberi, senza vessilli né trombe, la quiete spezzata soltanto dal fruscio lontano del fiume e dal fragore delle armature.
Deviarono il loro cammino verso nord-est: era preoccupato per Chorster.
Rallentò il passo in prossimità di alcuni cespugli voluminosi, inquieto.
Così fecero anche i soldati dietro.
In lontananza aveva intravisto, imponente, lo stendardo imperiale: i fratelli erano vicini.
“Perché sono immobili? E i Druchii dove sono?” pensò.
Alzò una fronda e trovò la risposta.
“Eccoli!” bisbigliò fremente di rabbia.
Con un lieve gesto indico ai soldati la posizione del nemico.
Erano in una piccola radura.
“Questi devono essere arrivati dopo. Oppure l'esercito che ci ha attaccati poco tempo fa non era che una parte dell'orda...di chi? chi era l'artefice di tutto questo?" si inclinò leggermente.
"Lord Viclamin!" sputò.
Cercò di captare i pensieri di Chorster.
Lo sguardo pareva atterrito.
Non c'era da meravigliarsi.
Per il mago il numero faceva la differenza. Su questo spesso si erano scontrati.
Sorrise.
Ma il ricordo durò poco.
Xavgretor fu riportato alla realtà dallo starnuto di un alabardiere.
“Fate silenzio, diamine!” disse in un tono che non ammetteva repliche.
L'immensa orda oscura si trovava perpendicolarmente rispetto all'armata del prete. Le colonne ordinate si protraevano per un centinaio di metri.
Lo stesso silenzio di prima prese nuovamente il comando. Nessuno osava contrastarlo.
Il prete, lo sguardo severo, si rivolse con voce bassa agli artiglieri.
“Pronti a far fuoco.”
“Al vostro segnale, Lord.”
Il rituale era pronto. Doveva solo celebrarlo.
“Non temete l'oscurità! Abbiate fede in Sigmar!” si rivolse alle truppe.
“Per l'Imperatore!” gridò.
L'urlo rimbombò nella foresta.


[continua...]
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Un buon comandante non ha bisogno di rischiare: gli basta che sia il nemico a farlo.
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