Iniziai sentendo un rumore costante, lento, cadenzato.
La pioggia.
Che picchiettava sui vetri.
La luce era chiara, fredda, ma comunque intensa e faceva male agli occhi.
Dovetti tentare più di una volta ad aprire gli occhi senza avvertire una fitta al centro della fronte.
Tutto il corpo era rilassato in modo strano, non mi ero mai sentita così e in un attimo ricordai tutto.
Il caffè.
Cosa accidenti ci avevano messo dentro?!
Feci il grave errore di voler alzare la testa dal cuscino, ma un forte capogiro la costrinse di nuovo giù sul guanciale morbido.
Allora mi guardai attorno.
La camera era grande, come il letto e dalle tinte pastello.
Di certo meglio del posto in cui ci eravamo risvegliati ieri sera e non sembrava affatto una prigione.
Almeno, non in apparenza.
Ed Elv?
Dov'era?
Dovevo capire cosa diamine stesse succedendo, così dopo parecchi sforzi per stare in equilibrio sulle mie gambe mi alzai in piedi per capirci qualcosa.
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