La scrittrice mostrò le sue carte, dimostrando di avere secondi fini su Fessen, succedeva in continuazione.
Lui faceva sempre la sua sceneggiata e nulla di più.
Gli scambiai un’occhiata complice e lievemente divertita quando si avvicinò a noi due per mettergli il bigliettino nel taschino.
Si accordarono per il giorno dopo, e poi il telefono squillò, mi allungai appena sulla scrivania per afferrarlo e risposi.
“Buongiorno, Ufficio di Fessen...” in tono professionale.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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