Mentre Destresya sistemava gli ultimi preparativi per quell'importante giornata, le porte della redazione si aprirono ed entrò Fessen, l'asso del giornalismo e cronista d'assalto, vanto del Munn.
Con la sua lunga giacca di pelle, bruno, lo sguardo azzurro ed ipnotico, i tratti puliti su quell'espressione di sicurezza erano le armi di quel fascino misto tra l'arragonza e la gentilezza, l'audacia e l'irriverenza.
Salutò tutti con un sorriso solare e raggiunse il suo ufficio, facendo un cenno affinchè Destresya lo seguisse.
Si tolse la giacca di pelle e prese una delle due tazze di tè caldo che, come ogni mattina, Pejuv, il suo tuttofare, gli faceva trovare sulla scrivania.
"Prego..." disse offrendo l'altra tazza alla segretaria "... gli Indiana affermano che il sibilo che si produce nel sorseggiare del tè sia simile allo scorrere del tamburo che il dio Shiva suona eternamente..." sorseggiando "... buono...” gustandolo “... bene, cominciamo...” estraendo dal taschino una rossa di un meraviglioso e caldo corallo “... nel linguaggio segreto dei fiori, la rosa corallo simboleggia la passione, mia cara...” porgendola alla ragazza affinchè la mettesse in un vaso “... e la passione è l'ingrediente principale di ogni grande conquista... Pietro Abelardo ne aveva una con sé quando vide per la prima volta Eloisa e pare che Maometto il Conquistatore ne colse una prima di far sparare dai suoi uomini la cannonata decisiva sulle mura secolari di Costantinopoli...” finendo il suo tè “... davvero buono... oggi il dolcificante non fa rimpiangere lo zucchero.” Soddisfatto.