Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 04-12-2009, 01.30.06   #131
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

XLV


Appena giunto d’avanti all’antro della sua grotta, la grottesca figura gettò uno sguardo alle pendici della collina.
Gettò di istinto la sua cacciagione sul pietra levigata, che adoperava solitamente per scuoiare le sue prede, e si portò le mani fra i nerissimi e folti capelli.
“Il mio gregge!” Gridò disperato. “Quella maledetta bestia non ha saputo custodirlo!”
E per la rabbia sdradicò quasi un albero con un calcio.
“Se il mio gregge si è disperso” continuò a gridare, mentre inveiva e bestemmiava “batterò a sangue quella maledetta bestia! E se le mie pecore sono state rubate da quei vermi che abitano la contrada allora per loro sarà lutto e pianto!”
Detto questo, l’orrendo Tramanto, si accinse a scendere dalla collina.
“Ehi!” Urlò Ardea, saltando da uno spuntone di roccia, dietro il quale si era nascosto.
Tramanto si voltò di scatto.
“Il tuo gregge non è stato disperso dagli uomini della contrada” gli gridò Ardea “ma da me!”
“Chi sei tu?” Chiese stupito Tramanto. “Perché hai fatto questo? Cosa ti ho mai fatto di male?”
“Sei giunto come un predone su queste lande” rispose Ardea “lasciando le tue immonde bestie a pascolare e ad insozzare tutta la terra! Ora dovrai risponderne al padrone di questo luogo!”
“Ora questa terra è mia!” Tuonò il gigante.
“Un essere come te non possiede nulla” rispose Ardea “nemmeno l’anima! E ora la renderai, dannandoti per sempre!”
Ma all’improvviso, come risposta a quelle parole, Tramanto sfoderò la sua immane scure e lanciò un fendente verso il cavaliere.
Solo la sua rapidità permise ad Ardea di evitare, per pochissimo, quel colpo mortale.
Lesto ed agile, il cavaliere si rotolò nella polvere fino a giungere a delle rocce, che gli offrirono un momentaneo riparo.
Tramanto in tanto continuava a fendere l’aria e a tranciare alberi con i suoi fendenti, nell’intento di colpire quel cavaliere.
“Maledetto” gridava “vieni nella mia casa, disperdi il mio gregge e mi minacci! Farò orrendo scempio del tuo misero corpo!”
Ardea si guardava intorno. Sapeva che quel riparo non avrebbe potuto difenderlo a lungo dalla furia di quel mostro.
Allora, rapido, si lanciò lontano da quelle rocce ed attese il suo nemico nel piccolo spiazzo che dava al sentiero che scendeva dalla collina.
Con un grido attirò l’attenzione di Tramanto. Lo attendeva imbracciando il suo lucente scudo e impugnando la favolosa Parusia.
Il gigante, nel vederlo d’avanti a se, gli si lanciò contro, gridando e bestemmiando.
Gli sferrò un colpo così rapido e forte che Ardea non ebbe il tempo di scansarlo.
Affidò così le sue difese allo scudo che imbracciava.
Ma quel fendente fu così possente che deformò lo scudo e gettò a terra il cavaliere.
Tramanto allora, vedendolo nella polvere, colpì ancora il suo avversario.
Stavolta lo scudo non resse il nuovo colpo e si spaccò in due.
La violenza di quell’impatto aveva fatto compiere un movimento innaturale al braccio di Ardea.
Intontito e indolenzito da quell’assalto, Ardea tentò di sottrarsi dagli attacchi del suo orrendo nemico, ma il dolore al braccio era intenso e la sua corazza sembrava pesare dieci volte di più.
Allora, impossibilitato a fuggire, tentò di parare il nuovo fendente del mostro.
La scure di Tramanto si abbatté con inaudita violenza su di lui, che riuscì però a bloccare quel colpo opponendosi con Parusia.
La forza di Tramanto era tre volte quella di un uomo normale e la sua scure poteva frantumare con facilità la nuda pietra.
E solo la straordinaria resistenza di Parusia fece si che il colpo del gigante non arrivasse a perforare la corazza di Ardea ed a lacerarne le carni.
La pesante scure premeva sulla divina spada, facendola scricchiolare.
Le due armi a contatto, strofinandosi, generavano intense scintille che andavano a spegnersi sulla corazza inumidita di Ardea.
Tramanto allora, sentendo il suo nemico allo stremo delle forze, sollevò le braccia e si preparò ad un nuovo colpo, che stavolta sarebbe stato definitivo.
“Ora o mai più!” Pensò Ardea.
Tirò allora un fendente nelle viscere del gigante, causandogli un taglio profondissimo.
Tramanto lanciò un urlo disumano e lasciò cadere la scure dietro di se.
Questa, legata alla sua cintura da una robusta catena, gli scivolò lungo la schiena, avvolgendogli il collo.
Allora Ardea si lanciò dietro il suo nemico e incastrando Parusia tra gli anelli della catena, iniziò a farla girare come se fosse un perno.
La catena allora iniziò a stringersi sempre di più attorno al collo del gigante.
Questi, sentendosi la mortale morsa al collo, tentò di liberarsene, ma il sangue che fuoriusciva dalla ferita gli toglieva pian piano ogni forza.
Ardea con tutte le sue forze faceva girare Parusia tra gli anelli della catena, stringendo sempre più il tozzo collo del suo nemico.
Questi aveva gli occhi rossi, intrisi di sangue e le orbite come se volessero esplodere, mentre una delirante smorfia gli deformava l’orrendo volto.
All’improvviso getti di sangue iniziarono a fuoriuscirgli dalla bocca e lentamente iniziava a scemare ogni sua resistenza.
Ardea teneva ferma Parusia nella catena con tutta la sua forza, fino a quando non sentì più la resistenza del mostruoso Tramanto.
Lasciò allora Parusia e l’orrendo mostro, senza vita, cadde pesantemente al suolo.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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