Guisgard le si avvicinò con due occhi pieni di rabbia.
"Se non foste una donna..." Disse Guisgard visibilmente nervoso.
Poi rivolto ad Arnò:
"Andiamo, Arnò. Ho bisogno di prendere aria...Arnò...Arnò!"
"E' qui il vostro piccolo bastardo!" Disse una voce all'improviso.
Ed un attimo dopo emerse dalla penombra della stanza un nutrito gruppo di guardie armate. Ed uno di essi teneva fra le mani Arnò, con una lama puntatagli alla gola.
"Che bel quadretto di lite coniugale!" Aggiunse il capo di quei soldati. "Ma state tranquillo, cavaliere...tra un pò la vostra bella cavalla selvatica smetterà di tirare calci. Peccato che voi non potrete vedere chi la domerà al posto vostro."
"Lasciate quel ragazzo e comportatevi da cavalieri veri!" Disse Guisgard.
Tutti loro risero a quelle parole di Guisgard.
"Al diavolo voi e la cavalleria!" Disse il capo dei soldati. "Se ci tenete alla vita di questo piccolo bastardello, vi consiglio di gettare a terra la spada. Fatelo subito o il coltello del mio soldato entrerà nella gola del ragazzo come una lama calda nel burro!"
"Daccordo...Arnò, tranquillo, andrà tutto bene..." Disse Guisgard mentre lasciò cadere a terra la spada.
Un attimo alcuni di quei soldati presero Elisabeth legandole le mani, mentre gli altri circondarono Guisgard puntandogli contro le loro armi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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