Hastatus intanto era in quel vecchio monastero, in compagnia di quell'eremita.
"Si" rispose questi alle domande del cavaliere di Camelot "sono solo in questo austero luogo. Sono ormai tanti anni che le mie uniche compagne sono queste vecchie pietre. Qui sono al sicuro."
Si alzò ed accese un altro grosso cero, per fiaccare ancor di più l'oscurita della sala.
"Amico mio" riprese a dire "quei cavalieri che vedete la fuori, come tanti lupi famelici che attendono la loro preda, sono dei demoni. E sono chiamati La Compassione di Dio. Qui non osano entrare, essendo questo luogo consacrato, ma sono capaci di aspettarvi per l'eternità."
Fissò per un attimo Hastatus ed aggiunse:
"Chi li ha evocati brama di portare l'Inferno sulla Terra. E' il barone di Tintagel il colpevole di tutto ciò. Ed ancor più terribile è il prezzo che richiederanno questi demoni per i loro servigi...le anime di due donne..."
Al castello, nel frattempo, Llamrei e Jigaen procedevano in quel buio corridoio.
E Jigaen, alle parole della sua compagna, così rispose:
"La vostra mano, milady, è amica assai gradita
e da me, non temete, non sarete mai tradita.
E questo fascino che su di me di certo esercitate
rende le paure per quel grido ormai ben lontane!"
Comminarono così fino a giungere alla fine di quel corridoio.
Si ritrovarono allora davanti ad una piccola porta.
Era chiusa, ma Jigaen conosceva il modo di forzare le serrature, forse a causa di qualche altra attività sostenuta in gioventù...
Così entrarono in quella stanza.
Era semibuia e arredata in maniera confusionaria.
Llamrei però notò una singolare e bizzarra cosa: qualcuno era seduto su un grosso seggio, dando le spalle alla porta e rivolto verso l'unica finestra di quella stanza.
Gli occhi di Llamrei si erano ormai abituati all'oscurità e furono quindi in grado di riconoscere fattezze femminili in quella persona seduta.
Ma in quel momento Jigaen le indicò qualcosa di inquietante: quella donna aveva i piedi legati al seggio da solide e robuste catene...
Nella cappella del castello, intanto, Guisgard, Elisabeth ed Arnò decidevano sul da farsi.
"Dovremmo cercare gli altri e capire cosa stanno facendo." Disse Guisgard.
"Frate Elia mi disse" intervenne Arnò "che le vostre armi erano state nascoste in questa cappella. Doppiamo prenderle!"
"Già" disse Guisgard "ma bisognerebbe sapere dove le hanno nascoste i frati..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Ultima modifica di Guisgard : 02-12-2009 alle ore 00.33.23.
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