Stava per cedere, lo sentivo che stava per cedere.
Potevo percepire il suo membro farsi sempre più voglioso, sempre più al limite, sempre più folle.
Non capivo più niente, l'eccitazione era portata allo stremo da quell'attesa che mi aveva insieme fiaccato ed esaltato, che mi aveva reso folle e impaziente, che aveva cancellato dalla mia mente ogni altra ragione al mondo che non fosse quella stanza, la voglia che provavo, la lussuria incontrollata, la voglia di lui.
Era al limite.
Oh si si si, era al limite.
La stavo vincendo quella sfida, eccome se la stavo vincendo.
I miei occhi si tinsero di soddisfazione quando capii che quel membro così poderoso stava per cedere.
Quando poi si tolse da me, tirando la cinghia, lo guardai con due occhi interdetti, come una bambina dispettosa a cui avessero tolto il giocattolo dalle mani.
Ma poi il suo sguardo, le sue parole.
Impazzii ancora di più e non riuscii a trattenermi.
"Sì sì.." gemetti, folle di piacere, anche se mi aveva proibito di parlare, non ce la facevo, non lo sopportavo.
Lo volevo, lo volevo dentro di me, tutto, fino in fondo all'anima.
Mi lasciai voltare, docile e irrequieta insieme.
Poi iniziai a piegarmi, ad offrirmi tutta, senza pudore, alzando le natiche perchè mi prendesse, perchè affondasse in me, incapace di attendere ancora.
Volevo il mio padrone, il mio cavaliere, il mio amante.
Volevo lui, e nient'altro al mondo.
Lo volevo.
Ora.
Subito.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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