I suoi modi non erano più da nobile gentiluomo, ma più rudi, virili, tradendo una forza ed una brutalità nuove.
Così ora appariva Fessen.
La stanza aveva tutte le porte chiuse ed il caldo si faceva sentire.
Lo sentiva molto Destresya, unta com'era da quell'olio colante ed appiccicoso che la faceva essere sporca.
Lui era sempre inginocchiato dietro la cavalla, seduto con i genitali sui piedi di lei che spingeva indietro il bacino, si strusciava contro di lui e cercava di muovere quei piedi bloccati sotto la sua virilità scalciando.
Ma era una virilità troppo potente ed i movimenti di quei piedi erano limitati al minimo.
Il conte si alzò, restando in piedi e tirando la cinghia stretta al collo della cavalla, come fossero le redini, costringendola a voltarsi verso di lui.
Vide così il volto del nobile conte ormai segnato da una smorfia di lussuria, di folle lascivia.
Un'espressione che sembrava raccontare alla perfezione ciò che egli provava.
La frustrazione di quell'amplesso tanto trattenuto era ormai estenuante, facendolo sudare copiosamente e rendendo il suo respiro rotto dall'eccitazione.
Teneva la cinghia in mano e tirava, in modo che la cavalla avesse difficoltà a respirare bene.
“Ora ti darò da mangiare, da brava...” disse lui con un tono virile e rude.
Allora portò la mano sui pantaloni dov'erano più tesi e li sbottonò, liberando finalmente il suo spadone di cavaliere.
Un membro turgido, inarcato, potente ed affamato davanti a Destresya.
“Ahhhhh...” scappò a Lila ormai persa ad assistere a tutto ciò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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