La cavalla Destresya, messa a quattro zampe, con dietro il suo padrone, seduto ormai di peso sui suoi piedi, che spingeva la bocca, la lingua, il viso ed ogni muscolo del collo contro il sesso di lei, in un insaziabile gioco volto ad assaporare ogni flusso ed umore di quella ragazza.
Spingeva contro le cosce di lei, con tutto il viso contro le sue natiche, intrufolandosi con la bocca e la lingua fin dentro il suo sesso.
Si strusciava, si muoveva e lei impazziva, perdeva la testa, sentiva scivolare via, colare fuori ogni resistenza.
Le dita salde di lui affondavano in quei glutei, tenendoli fermi e godendo di quel sesso e del suo sapore.
Ad un tratto si fermò.
“Non sei abbastanza obbediente...” disse con la voce rotta dall'eccitazione ed il viso bagnato “... no... per nulla... ed io ti voglio sottomessa... umiliata... chiaro?” Prendendo la cinghia, tirandola e poi avvolgendola attorno al collo della cavalla, stringendo fino a farla respirare a fatica.
Restava inginocchiato dietro di lei, con la sua virilità prepotente ed ormai impressionante sopra i suoi piedi, tirando la cinghia come fosse un guinzaglio.
“Ti piace la mia cavalla?” Lui a Lila che osservava tutto ciò dandosi piacere da sola.
“Oh si...” lei eccitata e lasciva “... proprio una cavalla... frustatela, umiliatela... è una lurida e sporca cavalla!” Cattiva e lussuriosa la ragazza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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