Fessen stava inginocchiato, solo con i pantaloni attillati e gli alti stivali di cuoio, con Destresya sempre a quattro zampe accanto a lui, tutta unta, accaldata ed eccitata.
Lui continuava a toccarla ovunque, con quelle dita che muoveva come fosse lo spartito di un maestro, facendole entrare, uscire, scivolare, piegarsi, tendersi, spingere nei sensi umidi e bollenti di quella donna ormai prossima a mutarsi in una selvaggia cavalla.
L'altra mano stringeva invece il seno sodo, grande, tormentandone il capezzolo fino a farlo spuntare fuori, indurirsi, quasi bruciare.
E continuava, continuava, affondando le sue dita e la sua lussuria nel sesso impazzito di lei, che come una sorgente ardente lasciava scivolare via i caldi flussi ed i roventi umori di una lussuria ormai prossima alla follia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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