Era così bello, così incredibilmente sensuale e peccaminoso il suo sguardo, il suo portamento, la sua presenza, il suo aspetto.
I suoi occhi ardenti promettevano grida di piacere infinito, momenti di estasi senza fine, mani calde e ardenti che facevano perdere ogni controllo.
La sua bocca ispirava pensieri lussuriosi, faceva immaginare una lingua che ti cercava, che ti trovava, ti scopriva, ti faceva sussultare, gemere, gridare senza fine e perdere ogni controllo, ogni dignità, ogni remora.
Sentivo il battito del mio cuore accelerare, le mie mani fremere, tutto il mio corpo sussultare, impazzire, bramare il contatto, il compimento di quel desiderio che mi invadeva da ogni parte, mente, cuore, anima e corpo.
Non avevo mai provato qualcosa di simile, eppure ero stata spesso preda della passione più sfrenata, più folle.
Ma lui era diverso da qualunque uomo avessi mai incontrato, i suoi occhi azzurri e intensi sapevano smuovere corde del mio animo che non pensavo nemmeno di avere, così segrete che credevo fossero invisibili, così remote che credevo perdute, dimenticate.
Ma lui aveva saputo trovarle, stuzzicarle, eccitarle fino allo sfinimento esattamente come aveva fatto con ogni altra parte di me stessa.
Lui era tutto quello che avevo sempre desiderato, un uomo così saldo, eccitante, capace, interessante, affascinante, da farti perdere la testa al solo guardarti, dall'eccitarti solo con delle parole, dal farti perdere il controllo, ogni remora e scednere con lui nell'abisso più profondo, più oscuro, peccaminoso e lascivo, quello in cui bramavo di perdermi.
Quel modo poi di sottolineare che io ero la padrona e allo stesso modo presagirmi che mi avrebbe reso una schiava mi eccitava oltre ogni misura.
Tutto in me ribolliva, tanto che non riuscii più a trattenermi.
Eppure ero brava a quel gioco, ma per la prima volta avevo incontrato qualcuno capace di tenermi testa.
Allungai una mano e sfiorai lentamente il suo braccio, con un movimento di per sè casto ma che tradiva impazienza, voglia, una lussuria senza pari.
"Per voi, conte, mi muterò in qualunque animale vi aggrada.." fissandolo "...oh sarò una cavalla fedele, vi seguirò ovunque, potrete essere buono con me oppure crudele e io sempre vi servirò, portandomi in me oltre le vette più alte del piacere.." la mia voce tradiva la mia eccitazione, la mia voglia, la mia determinazione ad averlo, e non celava quanto fossi persa in quell'azzurro striato d'oro dei suoi occhi.
Poi quella parole sulla puledra basca o persiana, che immediatamente non capii, almeno finchè non vidi Lila poco distante, nuda che mangiava dell'uva.
Un sorrisetto divertito mi si dipinse sul viso.
Oh, povera ragazzina...
Tornai a guardare il conte, senza preoccuparmi della ragazza.
Lo fissai con uno sguardo eccitato, sensuale, lascivo e lussurioso come nessuno mai.
Allora aprii la vestglia definitivamente, la lasciai cadere a terra con un gesto elegante, sensuale, senza remore e senza pudore, restando completamente nuda davanti a lui, eccezion fatta per le scarpe.
Il mio sguardo percorse il suo corpo dal basso verso l'alto come l'avrebbe fatto la mia lingua, o meglio, come bramava di farlo la mia lingua.
Giunta poi ad incrociare i suoi occhi, sorrisi.
"Ditemi conte... avete ancora dubbi?" con uno sguardo che mostrava quanto fossi fiera di me stessa e non temessi alcuna rivale.