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Vecchio 14-09-2018, 15.52.45   #253
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il bel conte sorrise a Destresya e prese la sua mano.
Così i due uscirono in giardino.
Era una sera fresca, dal cielo velato e la falce lunare che celava la sua silente presenza brillando spettrale tra le sottili nuvole notturne.
“Sono qui apposta, madama...” disse il conte guardandola negli occhi e tenendole la mano “... è mio desiderio descrivervi ognuna di quelle pratiche, così fondamentali per la riuscita dell'intesa che renderà i nostri piani infallibili...” sotto la Luna i suoi occhi azzurri assumevano il colore di fiori ipnotici, di erbe narcotiche di quelle usate nei selvaggi reami orientali per rendere i sensi e gli istinti liberi da ogni inibizione a noi note “... nei miei viaggi ho potuto scoprire che in quelle esotiche lande non esistono donne... ma solo serve o dee... e come detto spesso si confondono entrambe... accade infatti troppo frequentemente, madama, che anche sovrane e principesse severissime, dispotiche, persino crudeli, che trascorrono le lunghe e calde giornate tropicali a vessare i propri servi, di notte si ritrovino invece alla totale mercé di quegli schiavi, almeno dei più temerari e dotati fra essi, che senza più la luce del Sole e le leggi morali a limitarli sono finalmente liberi di far valere i loro nerboruti falli, veri e propri prodigiosi doni avuti da una natura bonaria intenta a rendere loro giustizia... così nella penombra calda e sognante di appartamenti fiabeschi e principeschi donne di indubbie qualità morali e di nobiltà millenaria mutano se stesse, le loro virtù, il loro lignaggio e la loro dignità in rituali da offrire a lascivi e lussuriosi idoli dei sensi, al servizio della brutale virilità di quei servi che le dominano come si fa con le splendide cavalle selvagge di Persia o delle Indie...” fissandola negli occhi “... eh, che meravigliosa ed eccitante esperienza osservare queste dee, queste regine di regni favolosi divenire, all'imbrunire, succubi sgualdrine di quegli idoli fallici che i loro servi adoperano con tanta mascolina risolutezza... ed il solo modo per placare quelle potenze membriche è succhiare, prosciugare loro fino all'ultima goccia di mascolino nettare che li anima...” sfiorandole la mano con un lieve bacio, mentre una lieve brezza profumata di tiglio ed oleandri ingentiliva l'aria di quell'inebriante sera “... nulla io vedo che non appaia perfetto...” mormorò “... come recitò Marte nel vedere sorgere la sua Afrodite...” con i suoi occhi azzurri in quelli di lei.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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