I nostri sguardi che si perdevano l'uno in quello dell'altro, erano come i nostri corpi frementi che sembravano non aspettare altro che lo sbocciare di quella passione che era così intensa da risultare tangibile attorno a noi, come fosse seduta al nostro fianco e ci facesse compagnia, bramando di divenire l'unico centro di attenzione.
Lo fissavo, come lui fissava me, quello sguardo così complice, intimo, senza filtri, limiti, tabù, era così inebriante da farmi dimenticare tutto ciò che accadeva intorno a me per concentrarmi solo sulla figura distinta e nobile del conte di Fessen.
Quando udii che sarebbe restato, il mio cuore riprese a battere con rinnovato vigore, mentre ogni cosa acquisiva un senso nuovo, più intrigante e promettente.
Era lì per affiancarmi, per cercare con me l'Aureo per il mio signore.
In qualunque altro caso mi sarei ritenuta offesa da quell'intrusione e avrei cercato in ogni modo di ostacolare il nuovo venuto. Ma quel Swan, i suoi modi, i suoi occhi, le sue parole, la sua voce, il suo sguardo, il suo portamento, il suo aspetto e quella strana intesa che sembrava voler sbocciare tra di noi benchè fosse il nostro primo incontro, mi ispiravano non solo fiducia ma desiderio di averlo intorno.
Ancora una volta le sue parole risultarono un olio profumato che accarezzava la mia pelle, tanto erano preziose e sensuali.
"Ebbene..." alzando il calice e accavallando le gambe nel senso contrario con un gesto volutamente lento e sensuale, in cui la vestaglia si spostò appena, senza che io me ne curassi.
Senza che mi curassi di alcunchè, dato che l'unica cosa che degnavo d'attenzione in quel momento era il suo sguardo dal quale volevo penetrare in tutto il suo animo.
"Brindiamo al nostro tesoro.." alzando il mio calice di vino "O anche.." aggiunsi, con la voce che si faceva sempre più calda "ai nostri tesori..." fissandolo negli occhi, come a sottolineare le sue parole, a mostrargli quanto mi avevano colpito e affascinato.
"Immagino vogliate conoscere il mio piano..." con un sorrisetto diveritto e malizioso, come chi sta parlando d'altro "o siete giunto qui con un vostro piano che volete sottopormi?" portando il bicchiere alle labbra e fissandolo enigmatica, vogliosa, affascinata.