Continuava.
La sua lingua appariva insaziabile come la sua sete di sangue.
Ma ora non assaporava sangue, ma calda linfa che il fiore proibito di Gwen lasciava scivolare come brina notturna.
La sua lingua non si fermava, anzi si muoveva umida su quel sesso rosso ed ormai umido.
“Gwen...” disse lui senza cessare di lambire con la lingua quei petali rossi e bagnati che erano diventate le labbra della vulva di lei “... dimmi che ti piace... che ne vuoi ancora...” portando entrambe le mani sui glutei bianchi di Gwen, per poi stringere ed affondare le dita in quella pelle chiara e spettrale.
Cominciò allora a spingere su quelle natiche, in modo che il bacino di lei si muovesse su e giù contro il viso di lui che affondava tra le gambe della vampira, liberando così un massaggio travolgente, incredibilmente estasiante, dove la lingua di Elv, simile al pennello di un pittore, scivolando in quel sesso accogliente ne tingeva ampie carezze di perduto godimento.