Cittadino di Camelot
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Ero fuori di me , completamente fuori di me.
Avevo sempre represso le fantasie sul mio nipotino, ma ora che si era addirittura sdoppiato, tutto prendeva una piega ancora più perversa ed eccitante.
L'idea del controllo, del dominio, del sapere che quei due ragazzi erano completamente in mio potere, e poi lo sguardo di Icarius, così cucciolo, mortificato, così pulito che veniva voglia di sporcarlo.
Ed era così che vedevo il mio piccino in quel momento mentre mi guardava, folle di eccitazione e preda di quel gioco senza pari, che lo faceva gemere in modo incontrollato, tremare perfino.
Oh si, il mio bravo bambino...
La mia lingua non lasciava nemmeno per un momento la sua virilità, così prorompente, così salda, così attenta.
Continuavo a lambirla con la lingua, insistendo dove questa era più intensa, più calda, più scoperta, dove sapevo che avrei ottenuto l'effetto maggiore.
Continuai, e continuai, ancora e ancora strappandogli gemiti sempre più forti e godendomi, dal basso, quell'espressione persa che accertava il mio dominio assoluto sulla sua mente, sul suo cuore, sulla sua anima.
Ignoravo volutamente l'altro, gli stavo impartendo una lezione diversa, doveva imparare, doveva obbedire, doveva diventare un bravo bambino.
E lui stava capendo, oh sì, se stava capendo.
Si era spogliato in fretta e furia e inginocchiato dietro di me.
Sentivo la sua presenza, poi iniziai a sentire la sua bocca addosso a me, la sue lingua sui miei piedi, sulle caviglie.
Anche da lì potevo percepire la voglia incontrollata del ragazzo, il suo ansimare, potevo sentire anche senza toccarlo la sua virilità turgida e pronta, eccitante e salda
Lo sentii risalire con la lingua, in un crescendo disperato.
Il mio corpo voleva sempre di più, bramava che salisse, che non si fermasse, ma ero così presa da Icarius che non gli diedi indicazioni, non dissi nè feci nulla. Doveva capirlo, oh doveva capirlo da solo il piccolo.
E ci stava riuscendo, eccome se ci stava riuscendo.
Lo sentivo risalire sempre di più, e più saliva, più la mia frenesia cresceva, e la mia lingua si muoveva in modo rapido e famelico sul membro di Icarius.
Quando poi, finalmente, raggiunse il mio sesso, gemetti in modo incontrollato.
Un gemito liberatorio, bellissimo, caldo ed eccitante, che sanciva la vittoria di Yanosh.
Quella scarica di piacere mi diede nuova linfa, spalancai la bocca e vi inghiottii tutto il membro del ragazzo.
Tutto, finchè potei, tutto.
Ero letteralmente fuori di me, folle ed eccitata in modo incontrollato.
Non capivo più nulla.
Iniziai un gioco ancora più ardito, ancora più folle, mentre la bocca di Yanosh mi faceva impazzire, gemere, godere in modo spropositato.
E poichè io ero di parola, e non ne vedevo l'ora in realtà, allungai un piede all'indietro, in modo da raggiungere il membro di Yanosh, accarezzandolo, stuzzicandolo, facendolo impazzire sempre di più.
Mi muovevo, avanti e indietro, sentendo contemporaneamente le loro vitilità addosso a me, percependone la voglia, il desiderio, la forza prorompente, la mia piccola rosa tatuata sulla schiena sembrava sbocciare ad ogni movimento, sfogliarsi di petalo in petalo, diventando sempre più rossa, sempre più lasciva, sempre più persa. Come me.
E tutto questo gioco lussurioso e perverso non era che l'inizio.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
Ultima modifica di Destresya : 03-09-2018 alle ore 23.30.32.
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