Reddas a fatica seguì la voce di Luis, scendendo ancora più giù, in quella bolgia di pietre e silenzio.
Infine arrivò.
La galleria terminava in una sorta di antro sotterraneo, impossibile da raggiungere.
Ed infatti Reddas riuscì solo a sporgersi per vedere sotto, do c'era il povero Luis con le gambe bloccate sotto le pietre.
“Eccoti...” disse il giornalista “... come stai, Luis?”
“Bene credo...” questi “... pensavo non giungesse più nessuno a cercarmi...”
“Invece ci sono io.” Reddas. “Hai provato a liberare le gambe?”
“Non ho fatto altro da quando c'è stato il crollo...” a lui Luis.
“Cerco di raggiungerti...” sporgendosi ancora Reddas, ma alcune pietre franarono.
“Attenzione!” Gridò Luis. “Mi cadranno tutte le pietre addosso!”
“Non credevo franassero così facilmente...” Mormorò Reddas.
“Se cade una poi tutte le altre verranno giù...” impaurito Luis.
“Tranquillo, ti liberemo.” Reddas passandogli la coperta e poi il thermos. “Copriti, starai meglio... e bevi un po' di caffè caldo... te lo manda tua moglie...”
“Ma cosa fanno quelli?” Luis preoccupato. “Quando mi tireranno fuori?”
“Presto, ma ci vuole pazienza... ma dimmi com'è successo...”
“Come si chiama lei?”
“Reddas.”
“Ero sceso per cercare qualcosa...” raccontò Luis “... ma devo essermi spinto troppo avanti ed è crollato tutto... speriamo mi tirino fuori presto... si sta male qui... scommetto che loro mi spiano...”
“Loro?” Ripetè Reddas.
“Si, gli spiriti...” Luis “... li sento tutti intorno a me... è un'antica tomba questo... lei lo sa, vero?”
“Non è importante se lo sappia o meno...” sorridendo Reddas “... tu va avanti...”
“Dicevo...” disse Lius “... li sento... mi spiano ogni volta scendo qui... ho portato via vasi... punte di spade e qualche altro frammento... sono in collera per questo... si, li sento intorno a me... anche adesso...” fissando le pietre.
Gwen ed Elv, poco più indietro, non potevano vedere ma sentivano Reddas e Luis che parlavano.