Reddas, seguito da Gwen ed Elv si avviò verso la grotta.
I tre entrarono, fino a raggiungerne l'estremità, con segni di crolli ovunque.
Nella parete di pietra antistante, che scricchiolava ad ogni minimo respiro, vi erano vai strati di terra crollati, con buche disseminate qui e là, un tempo tombe di valorosi arimanni ed oggi solo fossati in cui i cacciatori di tesori avevano fatto scempio di ogni loro corredo.
“Fate attenzione, ragazzi...” Reddas ai due giovani “... sembra sul punto di crollare...” addentrandosi in una galleria.
“Quei contadini...” Elv “... erano spaventati... terrorizzati... questo luogo li impaurisce sul serio... dai loro occhi pareva ce ne fossero sepolti cento di uomini qui e non uno...”
“Non sai” Reddas facendo luce col cellulare preso dalle mani del ragazzo “che la morte di cento, mille e persino un milione di uomini lascia il pubblico indifferente? E' una tragedia immane, commentano tutti... e poi già dimenticata. Ma un uomo solo è diverso... il pubblico si immedesima nel suo dramma... vuol sapere tutto di lui... vive con trasporto, ossessione la sua disavventura... già, un uomo solo che rischia la vita riempirebbe giornali ben più di mille carestie e centinaia di ecatombe...” scendendo sempre più in basso, tra il sibilo spettrale del vento fra le rocce e le pietre che si sbriciolavano al loro passaggio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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