Elv cercò di aprire lo sportello del furgone, ma era chiuso da fuori e con un blocco di sicurezza.
Intanto, fuori, continuavano ad esplodere colpi.
Ma più nulla, solo un cupo silenzio.
Ad un tratto delle scintille si videro dalla serratura dello sportello, poi questo si aprì.
Gwen ed Elv videro quella figura davanti a loro.
“Giammai la turpe anima funerea di sì raccolto congedo è invece saluto estremo da siffata cupa vita.” Disse con tono solenne quella rivolta ai corpi senza vita dei poliziotti. “Così Crizia il giovane al capezzale dell'amico Policrate di Scio.” Con tono teatrale. “Non vi è anima nel corpo dei miei simili, ma solo intelletto e miseria.” Guardando i due giovani. “Soleva ripetere Socrate ai suoi.” Con un cenno del capo. “Siete liberi poiché non vi è nessuna legge a condannarvi.” Rivolto ai due ragazzi.