Il cielo era di un azzurrognolo misto ad un rosato chiaro, con alte e corpose nuvole sulla città.
Il termometro dell'insegna pubblicitaria dell'Afralat segnava 18°.
Un gatto sgusciò rapido e silenzioso sull'asfalto ancora inumidito dall'ultima pioggia, mentre dall'altra parte della strada c'era la carrozzeria arrugginita, o quel che ne restava, di una Alfa Giulietta S del 2036 appoggiata sui mozzi delle ruote.
Era stata saccheggiata completamente, persino dei cuscinetti delle ruote e dei fanali, ma la polizia l'aveva lasciata lì a vegetare.
Sui vetri crepati c'era inciso con pittura spray il simbolo degli anarchici.
Tutto il quartiere mostrava degrado ed abbandono fra i suoi parcheggi, negozi chiusi, case popolari, capannoni abbandonati e improbabili campetti di calcio improvvisati in qualcuna delle macchie verdognole della piazza centrale.
I cartelloni pubblicitari erano ovunque, quasi segnando il trionfo del consumismo e le insegne luminose correvano sugli alti palazzoni che racchiudevano quella miserevole periferia.
Oltre ciò settavano in lontananza gli alti grattacieli del centro direzionale, con i loro vetri che riflettevano il dorato sorgere del Sole, che da essi si diffondeva poi su tutta quella sconfinata megalopoli.
Una delle insegne luminose segnava la data del 27 Agosto 2071.
Questa data fu la prima cosa che videro Altea, Gwen ed Elv da poco svegliatisi dopo ciò che era accaduto nella cantina del dottor Minsk.
Lui invece non c'era più.