Quelle parole, quel gemito liberatorio e incontrollato, più quella mano sulla mia testa.
Tutto era ormai divenuto sfrenato, caldo e intenso, così forte da non riuscire fermarsi.
La stanza trasudava di sesso, passione, dei nostri corpi sudati e vogliosi.
Sentivo il sudore imperlare il mio corpo, scorrendo leggero sulla mia pelle, mentre il suo membro era sempre più caldo e bagnato, nella mia bocca.
Oh ma la sua mano ora era sulla mia testa, e continuava ad assecondare i miei movimenti, a spingermi sempre di più, sempre più forte.
Un ritmo che sostenevo, che procavo con la lingua che si muoveva all’interno della bocca, facendolo impazzire in quel crescendo di pura lussuria.
Ancora e ancora e ancora.
Ormai riempiva tutta la mia bocca, la mia gola, perché il suo movimento continuava a spingermi sempre di più, sempre più in profondità.
Non riuscivo a respirare, ma non mi fermavo, la voglia era più forte di ogni altra cosa, il desiderio di assaporare quel membro così saldo e voglioso, che mi stava facendo impazzire.
Avevo le lacrime agli occhi, ma continuavo a muovermi, su e giù, sempre più in fondo, in quel gioco proibito ma bellissimo.
Sarei potuta andare avanti all’infinito.
Quando cedetti, vinta dai conati e dalla mancanza del respiro, lo spinsi via, portando la testa all’indietro, per poi guardarlo negli occhi, con un’espressione che mostrava tutta la mia lussuria, voglia, desidero e passione.
“Prendimi...” sussurrai, una volta recuperata la vice, con tono lascivo, fremente, quasi un gemito.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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