"Si, ma procediamo con prudenza..." disse Elv a Gwen, con ancora Engener svenuto sulle spalle "... ormai ho imparato a non fidarmi di nessuno in questa dannata storia..."
Così si addentrarono nella folta vegetazione, con quelle voci e quei rumori che si facevano sempre più chiari e vicini.
Erano voci con un accento straniero, ma riconoscibile come quello parlato delle genti dell'Est.
Infatti affacciandosi tra le foglie i due giovani videro alcuni carrozzoni fermi in una radura irregolare, con intorno uomini, donne e bambine abbigliati come zingari.
Il villano restò a guardare con lussuria Destresya allontanarsi, per poi rientrare in casa.
Il tempo intanto era diventato cupo, con un vento sinistro che fendeva l'aria.
Tuoni lontani echeggiavano nel cielo denso di nuvole e carico di pioggia ormai imminente.
Altea riprese conoscenza e poi si concesse un bagno in quell'acqua fresca e limpida.
Poi indossò il suo camice e coprì le sue nudità.
Chiamò allora Hiss, ma senza risultato.
Sembrava essere da sola in quel bosco verde e silenzioso.
Intanto il tempo minacciava tempesta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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