Mi lasciai cadere sul letto sapendo che lui mi avrebbe seguiro.
E così fece, si sdraiò su di me, permettendomi di guardarlo tutto mentre lo faceva.
Potevo vedere i suoi occhi farsi sempre più vicini, sempre più grandi, il suo corpo sempre più caldo e possente addosso a me.
Poi quel bacio, quel bacio da togliere il fiato, le mie labbra bramose cercavano le sue, schiudendosi per assaporane l'essenza più intima.
Sentivo le sue labbra attorno alle mie, avvolgerle, circondarle, togliere il fiato, il respiro.
Ero completamente persa, abbandonata.
Avevo dimenticato ogni cosa, che fossimo su una nave, che stesse imperversando una tempesta, la convention, il lavoro... il fatto che il mio nipotino dormisse nella stanza acanto.
Esisteva solo quel corpo sul mio, il suo contatto, il battito del suo cuore, quello sguardo azzurro ora celato dalle palpebre chiuse così strette che potevo vedere le orbite muoversi eccitate e perse.
Volevo perdermi in quel bacio e non tornare mai più, lasciarmi trasportare, guidata dalle sue mani abili che mi facevano impazzire.
Le sentivo ovunqe, dapperutto, stringevano, toccavano, scoprivano .
Persino la mia lingerie mi sembrava stretta, come se celasse troppo...
Ero completamente andata, completamente soggiogata da quell'affascinante capitano che aveva mandato al diavolo tutta la mia razionalità, il senso del dovere, il lavoro.
Cos'erano in confronto di quella passione incontrollata?
"La piccola ha tanta voglia dello zio..." sussurrai poi, mentre una scarica di piacere inumidiva il mio corpo, e aprivo gli occhi nella penombra, fissando quelli azzurri di Cristiano "..tanta tanta..".
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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