Phoemnisk era giunto.
Scese dal cielo, vestito di nero, tra la folla esultante e la massa rapida dal suo fascino misterioso.
Simile ad un angelo ribelle, sembrava essere caduto dalle Moltitudini per raggiungere quella bassa umanità brulicante, rumorosa, informe ed ignorante che pendeva dalle sue labbra.
Tutti lo invocavano, lo chiamavano, volevano toccarlo e gli uomini della sicurezza faticarono non poco a tenere dietro quella folla.
“Più che una mostra d'arte” disse Elv a Gwen “sembra più un concerto rock...”
Ma la cultura non era di casa a Uaarania.
Nessuno la voleva e Phoemnisk dava alla gente solo ciò che chiedeva.
O forse solo ciò che conosceva.
Intanto ovunque dominava il simbolo della casa di produzione artistica di Phoemnisk.