Cittadino di Camelot
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Ora ogni cosa era alle mie spalle.
Ora non esisteva altro che la notte con tutti i suoi segreti.
La mia missione scalpitava perché le dedicassi il tempo e la cura che meritava.
Per quello ero lì, dopotutto, perfettamente inserita nel contesto del castello.
Quando mi era arrivato l'invito di Phoeminsk l'ho preso come un segno del destino, perchè nulla accade per caso, e il fatto che il proprietario stesso di questo castello mi volesse qui, non poteva certo definirsi una coincidenza.
Era qui che portavano tutte le mie ricerche.
Qui, in questo palazzo.
E ora ne avevo la certezza: era qui.
Era qui e sarebbe stato mio, e questa volta niente e nessuno mi avrebbero fermato dal mio trionfo.
Camminavo leggera e delicata come un'ombra verso la sala grande della galleria.
Non avrei agito stanotte, ma era importante che iniziassi a rendermi conto delle misure di sicurezza che lo nascondevano, della situazione lì attorno in modo da poter colpire al momento giusto ed elaborare un piano.
Non è la prima volta, certo, che faccio queste cose, ma non è nemmeno giusto dire che sia il mio pane quotidiano.
Sono una maga, dopotutto, non una ladra.
Ma ho imparato che i miei trucchi possono essere molto utili in attività come queste.
La veste nera che mi copriva interamente accarezzava il marmo sotto di me, cerando un'atmosfera ancora più sinistra e spettrale.
Alcuni custodi mi videro, ma io non mi scomposi, o sarebbe stato sospetto.
Li sentii spaventati credere che io fossi il fantasma, e la cosa mi piacque decisamente.
Dovevo ammettere di averci sperato un po', di poter sfruttare la storia del fantasma per i miei scopi.
Allora continuai a camminare lentamente, portando una mano avanti, ancora più lentamente, indicando i custodi e camminando verso di loro.
Sì, la cosa in quel momento poteva addirittura sembrare divertente.
Non è forse compito di un bravo illusionista sorprendere il pubblico, farlo meravigliare e sgranare gli occhi?
Oh, e io ero un bravo illusionista, sì.
Ma niente in confronto con quello che mi aspettava se avessi portato a termine la missione.
A quel punto sì che sarei stata inarrestabile, nessuno di sarebbe mai messo sul mio cammino, pensai con un sorrisetto divertito.
L'essere scambiata per il fantasma mi aveva dato un vantaggio non indifferente, che avrei dovuto sfruttare decisamente meglio nelle prossime notti.
Ma la caratteristica di un fantasma è quella di sparire nel nulla.
E per mia fortuna... è anche la caratteristica di un illusionista, quindi perchè non calcare un po' la mano?
Così, mentre mi guardavano, o forse non mi guardavano davvero, misi in atto, solo per loro, uno dei miei numeri migliori, e scomparvi alla vista.
Oh, come avrei voluto restare per vedere l'espressione sui loro occhi!
Ad ogni modo, per quella sera poteva bastare, avevo raccolto le informazioni che mi servivano, potevo tornare dalle mie tre meraviglie, che ancora mi piangeva il cuore ad aver abbandonato in quel modo, quando tutto il mio corpo fremeva perchè mi abbandonassi a quel massaggio, mentre Yanox mi faceva impazzire con le sue mani.
Tornai sui miei passi e arrivai in camera che stava albeggiando, con i ragazzi ancora addormentati.
Mi tolsi la veste nera, e mi chinai su Yanox, riverso con la testa sul divanetto dove ero sdraiata io qualche ora prima.
"Buongiorno splendore mio...." sussurra, baciandolo sulla guancia e poi sul collo, in modo caldo e sensuale.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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