"Eh, già..." disse sospirando Elv a Gwen "... comunque, la linea editoriale decisa dal mio giornale è semplice ed efficace. Contro il positivismo ed il razionalismo che domina qui a Uaarania noi invece oercorreremo una via diversa. Infatti noi del giornale vogliamo credere e soprattutto far credere che davvero un fantasma si annida nell'Elyseum."
Cominciava ad albeggiare.
Ardeas restò stupito da quelle parole di Altea, mentre ancora era vicino a lei per quell'abbraccio platonico ed imbarazzato.
"E..." disse titubante lo studente "... non credi sia pericoloso?"
Quella bambina si rivelò essere ben altra cosa.
Qualcosa di misterioso, inquietante, spventoso.
Cominciò a correre verso Dacey, mentre quel lamento aggiacciante ed angosciante si librava fra le arcate della galleria.
Correva in modo innaturale, come se qualcosa di terribile la stesse possedendo.
Era ormai addosso a Dacey.
Un urlo, il respiro rotto, il sudore che rigava il suo volto.
Dacey si rivegliò nel suo letto.
Era stato un sogno.
Solo un sogno.
Anzi, un incubo.
Ormai albeggiava.
Destresya laciò i suoi tre assistenti e la camera.
Aveva indossato quell'abito nero, misterioso.
Il suo piano stava iniziando.
La sua missione.
Come un'ombra, uno spettro scese nella galleria semibuia, fra opere di secoli immortali, dipinti antichi e statua di una perfezione inestimabile.
Eterea e silenziosa scivolò come la notte fra quei tesori.
Ad un tratto però udì dei passi.
Qualcuno si avvicinava.
"Ehi..." gridò uno dei due custodi apparsi nella galleria "... chi è la?" Gridò verso di lei.
"Guarda!" Urlò l'altro indicandola. "E' il fantasma!"