Discussione: La Compassione di Dio
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Vecchio 19-11-2009, 20.02.05   #189
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il ragazzino guardò Hastatus con ammirazione.
"Signore" disse sorridente "non voglio nessuna moneta! Farò come mi avete ordinato e terrò gli occhi aperti. Fidatevi di me."
Poi aggiunse:
"Tutti mi chiamano Arnò. Potete farlo anche voi."
Detto questo corse via.


Guisgard intanto era rimasto da solo al convento.
Elisabeth era andata via senza neanche aspettarlo.
Una lieve e fresca brezza si alzò dolce nell'aria.
Oggi era una bella giornata. La foschia, per la prima volta da quando erano giunti a Tintagel, non avvolgeva con il suo umido grigiore la città.
Il cielo era limpido e chiaro.
"Malinconico, amico mio?"
Guisgard si voltò incuriosito.
Era un vecchio frate, seduto all'ombra di un grosso albero.
"E' un pò che vi sento passeggiare e sospirare." Disse sorridendo il vecchio frate.
Guisgard si avvicinò e si accorse che quell'uomo era cieco.
"Oggi l'aria è dolce e fresca. Perche siete così pensieroso e malinconico?" Chiese il frate.
"Chi vi dice che lo sia?"
"Quando si perde il dono della vista" rispose il vecchio "si affinano altre capacità, altre sensibilità. Avvicinatevi..."
Guisgard accostò il suo volto vicino al frate, il quale iniziò ad toccarlo.
"Siete un giovane forte e di gentile aspetto" disse il frate "è fortunata lei."
"Lei chi?" chiese stupito Guisgard.
"Sono stato giovane anche io, cosa credete!" Rispose ridendo il frate. "Non siete di Tintagel, vero? Lo riconosco dal vostro accento."
"Non lo sono" rispose Guisgard "sono un attore itinerante."
"Non avete l'aria dell'attore." Disse il frate.
Poi, dopo un momento di silenzio, disse:
"Gran brutta storia..."
"Quale?"
"Quei cavalieri neri" rispose il frate "se io fossi giovane e forte gli darei la caccia."
"Voi? Ma se siete un chierico!"
"E' dovere di tutti combattere il male" rispose il frate "ma se fossi io a dar la caccia a loro, mi dedicherei su chi li comanda e li assolda!"
"Pensate che qualcuno li abbia assoldati? E perchè poi?" Chiese Guisgard.
"I dannati dell'Inferno" rispose il frate scuotendo il capo "ritornano solo per tormentarci. Richiamati dall'odio di altri vivi!"
In quel momento suonò la campana del monastero.
"Ora devo andare" disse il frate "abbiate cura di voi, ragazzo mio."
"Aspettate" disse Guisgard "vi accompagno."
"Conosco questo convento come le mie tasche" rispose il frate "voi, piuttosto, seguite sempre la vostra strada e non tentennate mai!"
Detto questo rientrò nel convento, lasciando Guisgard solo nel cortile, mentre il vento gli accarezzava i capelli.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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