“Eh, stiamo partendo col piede sbagliato...” disse Elv seguendo Gwen “... decisamente direi... voglio sperare che lei non sia così poco professionale, signorina Gwen.” Sarcastico.
“No, nessuno sa nulla, neanche suo padre...” disse Iasefol, mentre Altea faceva sfoggio della sua giustificata vanità “... temo come potrebbero reagire gli altri sapendo la verità... dopotutto neanche lei ha visto in faccia tutta la verità...”
“Il signor Phoemnisk” disse Chef a Destresya “al momento è impegnato in sala montaggio. Ma non tema, a breve potrà incontrarlo. Quanto allo spettacolo, l'unica cosa che posso dirle è una parola... Faust.”
I pannelli rossi continuavano ad illuminare parte della stanza, conferendo a quell'ambiente un che di artificioso, di fittizio, di alterato.
“Vorrei che ti immedesimassi totalmente.” Disse la voce a Dacey, rivolgendosi ora con il tu alla ragazza. “Che ti esibissi immaginandoti sola e non più davanti ad una platea. Che liberassi la tua femminilità. Di un'interprete fittizia, controllata e razionale non me ne faccio nulla. Non riusciresti ad evocare la dannazione del tuo Faust.”
E due occhi di un grigio chiaro, cangiante ed indefinito, apparvero sui pannelli rossi, che si rivelarono essere due monitor, con un paesaggio gotico e misterioso sullo sfondo, mentre Set seduto continuava tranquillamente a leggere la sceneggiatura.