Gwe fece buon viso a cattiva sorte, spiegando le indicazioni generali della mostra ai tipi della TV.
“Io sarò il presentatore.” Disse il giornalista con un largo sorriso. “Il mio direttore mi ha affidato l'incarico perchè... mi ritiene in gamba, ardito, ricco di iniziativa e molto fotogenico.” Facendo l'occhiolino a Gwen.
“Prego, mi segua.” Disse Chef a Destresya. “Le mostrerò il nostra castello, così potrà rendersi conto di come ambientare il suo spettacolo. A breve potrà incontrare il signor Phoemnisk.” Annuendo.
“L'Aframateria” disse Iasefol visibilmente agitato “ha la capacità di annullare la materia di cui è composto il nostro universo... la capacità di annullarsi e ricomporsi... immagini l'uso che se ne potrebbe fare... il nostro intento era usarla per portare via le opere dall'Elyseum... ma come detto ho commesso un errore ed ora sono vittima della mia stessa scoperta...” ad Altea.
Entrarono nella studio.
La stanza era immersa in un profondo buio, fatta eccezione per una luce rossa che si dipanava da due grandi pannelli luminosi, come se fosse una camera per il montaggio di spezzoni di pellicola.
Ed infatti un forte odore di celluloide si sentiva nell'aria.
Però non sembrava esserci nessuno.
Come se nulla fosse Set si sedette su una poltrona davanti ad una scrivania, sui cui c'era una lampada spenta.
Set prese alcuni fogli e cominciò a guardali, spostandoli in direzione della luce rossa per poterli leggere.
Dacey era rimasta in piedi.
“E' la sceneggiatura...” disse leggendo Set.
“Esatto.” Una voce profonda e dal timbro netto si udì nella stanza, come se provenisse da un microfono. “E' quella che ho scelto per il nostro Faust.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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