Gwen seguì il custode, facendo le larghe scalinate di marmo a passo svelto, con i loro passi che echeggiavano nell'assordante silenzio lasciato dalla fine dell'intervista di Phoemnisk.
Arrivarono così al pianterreno, nell'androne A in cui solitamente si riunivano i custodi.
Qui ad attenderli c'erano proprio alcuni dei sorveglianti.
Un paio di passi avanti agli altri, col cappello in mano che stringeva nervosamente, c'era Arman, un altro dei custodi.
“Eccoci...” disse quello che aveva accompagnato lì Gwen “... signorina, credo sia meglio ascolti cosa ha da dire Arman... l' sul tavolo c'è il suo fascicolo. E' sempre stato un buon lavoratore, persona onesta... come unico vizio ha però quello di bere e ciò in passato gli ha causato noie.”
“Ecco, lo sapevo...” fece Arman “... ora darete tutti la colpa al mio viziaccio di bere...” sbuffando.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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