Fu un pomeriggio sereno, in cui Therese poté giocare all'aria aperta, correndo dietro agli animali della fattoria sotto lo sguardo vigile di Gwen, mentre Elv si rimetteva in forze.
Picourt era sempre sul suo mulino a fissare il cielo col cannocchiale.
“Signore...” disse Therese arrivando sotto il mulino “... quando arrivano gli Angeli? Vorrei tanto vederli...”
“Vedrai, piccola!” Deciso Piecourt. “Vedrai che arriveranno molto presto!”
“Hurrà!” Felice la piccola.
L'uomo allora scese dal mulino, acciuffò uno dei suoi tacchini, gli tirò il collo e poi lo diede a Gwen.
“Ecco la cena per stasera.” Alla ragazza. “In dispensa ci sono alcuni sacchi di patate. Vado a prenderne un po' per uno sformato.” Sorridendo.
Guisgard terminò di fare domande a Hallias e tutti loro lasciarono la stanza, permettendo al ragazzo di riposare.
“E' ancora sotto shock...” disse Ruspon “... non può essere attendibile. Di certo non può essere il diavolo ad aggredire la gente.” Seccato.
“Sono d'accordo con messer Ruspon.” Cales. “Non possiamo farci suggestionare da queste cose. Il ragazzo stesso ha detto che non poteva vedere bene, poiché la presunta bestia era fra la vegetazione.”
“Vorrà dire” fece Ruspon “che darò fuoco a tutti i boschi della Sundra, persino alle vallate, facendo perire quella bestia in Averno di fiamme.”
“Bruciare tutti i boschi?” Divertita Justine. “Chilometri e chilometri di verde, con animali, uccelli, villaggi e borghi? Siete un genio, Ruspon.” Ridendo sarcastica.
“Al diavolo!” Sbraitò Ruspon.
Arrivò un soldato.
“Eminenza...” al presbitero.
“Cosa succede?” Il chierico.
“C'è stata una denuncia a carico di un certo Costanten...”
“E perchè importuni me?” Fissandolo il chierico.
“Perchè pare c'entri la bestia, eminenza...”
Cales guardò Dacey.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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