“No, nessuno gli ha potuto parlare.” Disse il presbitero a Dacey.
“Credo sia il momento di farlo allora, eminenza.” Guisgard.
Così l'inviato del vescovo, Destresya, Dacey, Cales, il presbitero, Justine e Ruspon scesero di sotto, dove il ragazzo veniva curato.
Dovettero attendere un po' che l'amputazione del piede terminasse, tra le urla laceranti del povero ragazzo.
Riuscirono a vederlo dopo circa un'oretta e mezza, quando riprese conoscenza.
Era un giovane forte e buoni principi, capendo perfettamente quanto era stato fortunato.
Lo trovarono steso su un lettino con la gamba in buona parte fasciata.
“Come si chiama?” Chiese Guisgard al dottore.
“Hellias.” Rispose il medico.
Allora l'inviato del duca si avvicinò al letto.
“Ciao, campione...”
“Salve, cavaliere.”
“Perchè credi io sia un cavaliere?”
“Perchè avete quello.” Indicando lo spadino.
Guisgard sorrise ed annuì.
“Dimmi, Hellias...” al ragazzo “... cosa ti ha aggredito? Cos'hai visto di preciso?”
“Era grosso quanto un toro, signore...” Hellias “... ma stava dritto... agile come un gatto l'ho visto apparire dal nulla, come fosse un fantasma... non ho potuto guardarlo bene nei tratti poiché stava tra le foglie... ma ho visto gli occhi, signore... aveva due occhi di fuoco che brillavano come fiaccole...”
“Assomigliava ad un lupo?” Fissandolo Ruspon. “Ad un orso? O forse ad un leone?”
“No, messere...” scuotendo il capo Hellias “... non somigliava a nessun animale fra quelli che ho veduto in vita mia.”
“Se non era un animale, Hellias...” mormorò Guisgard “... cos'era allora?”
“Il diavolo, signore.” Sentenziò il ragazzo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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