Aperta la porta, Gwen si ritrovò in un rustico tinello, dove c'era un intenso odore di formaggio fresco.
Dal cortile abbaiavano due grossi cani, forse legati.
La ragazza si guardò intorno ma non sembrava esserci nessuno.
Cales annuì a Dacey.
Pagò ed uscirono dalla taverna.
Seguendo le indicazioni raggiunsero un antico refettorio, usato come accoglienza per i pellegrini lungo la Via Francignena che attraversava la regione, dove era stato portato il corpo della povera ragazza.
“Sono uno studioso, lasciatemi passare...” disse Cales, raggiungendo con Dacey la tavola sui era stato posto il cadavere della poveretta, o meglio ciò che ne restava.
Era uno spettacolo agghiacciante.
Le membra non avevano più giunture e si piegavano come carne invertebrata.
I tessuti erano stati prosciugati sin dell'ultima goccia di sangue ed il volto era sfigurato al punto da non poter distinguere se fosse di donna o di uomo.
La testa era stata mozzata, come se lame affilatissime avessero tagliato con precisione chirurgica i tessuti.
“Deve essere la ragazza che abbiamo sentito gridare nel bosco... e qualsiasi cosa sia stata usata per ucciderla” Cales sottovoce a Dacey “non si tratta certo di zanne ed artigli di animale... almeno di nessun animale conosciuto dalla scienza...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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