Jigaen fissò Morris, dopo che questi aveva espresso la volontà di essere seppellito, in caso di morte, con indosso la sua corazza.
Poi cominciò a dire:
"Messere spero, in caso di funesto accidente,
di esser seppelito con voi assai ardentemente.
A chi balla e canta satanasso non paga pegno,
ma dalla vostra corazza, lo so, troverò sostegno!"
Poi, guardando Llamrei addormentata, aggiunse:
"Lady Llamrei, vicino a sir Hastatus dorme e riposa,
perchè l'amicizia del cavaliere la culla in tale posa.
E se un sussulto l'ha destata di nulla ha lei bisogno,
poichè la guardia del cavalier l'incubo muta in sogno."
E come Jigaen, tutti avevano iniziato a parlare tra loro, per stemperare la tensione ed ammorbidire la durezza del viaggio.
Guisgard però era inquieto.
Scrutava quell'umido e nuvoloso paesaggio, mentre una miriade di pensieri gli attraversavano la mente.
Pensava alla lettera di frate Elia.
"Chi saranno questi cavalieri neri?" Si chiedeva con ossessiva e regolare cadenza.
Poi, udita la conversazione tra Hastatus ed Elisabeth, disse:
"Credetemi, sir Hastatus, la nostra Elisabeth è una fata a preparare erbe ed unguenti. La camomilla poi è la sua vera specialità! Peccato che detesti la vita tranquilla, altrimenti sarebbe davvero una donna da sposare!"
Ma proprio in quel momento, la compagnia avvistò Tintagel che emergeva dalla foschia.
"Sprona questi ronzini, menestrello" disse Guisgard a Jigaen "ci siamo, ormai!"