Discussione: Il Cavaliere Bianco
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Vecchio 30-05-2018, 16.36.30   #317
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Lo strano marchingegno mise in contatto Miss col Capo.
Il misterioso individuo era steso nudo a letto, attento a non mostrare il suo volto.
Due donne completamente spogliate lo raggiunsero con due anfore ciascuna.
Si inginocchiarono accanto a lui e cominciarono a versare olio profumato sul Capo, per poi spalmarlo ed ungerlo per tutto il corpo.
“Miss...” disse lui “... sono giunti gli altri due sottoposti che ho scelto per voi? Don Taddeon e Fantasma. Siete soddisfatta o forse mettete in dubbio la mia capacità di giudizio?” Con le due donne che continuavano ad ungerlo tutto.



Lui sorrise, guardandola con i suoi profondi occhi neri.
Allora cercò ancora le sue labbra, le fece sue e con la lingua accarezzò quella di Gwen in un contatto intimo ed inebriante.
“Elv...” disse assaporando la sua bocca “... mi chiamo Elv...” senza smettere di baciarla.



Dacey cercava qualcosa, una traccia, un segno che indicasse l'esistenza effettiva di uno spazio sotterraneo da cui sembrava giungere quei rumori misteriosi.
Ad un tratto di accorse di un fenditoio ai piedi della parete di pietre.
Da lì i rumori sembravano provenire ancora più nitidi.



Altea ed Ismael furono fatti sedere a tavola col Borgomastro e suo nipote Ernò.
La vecchia cameriera servì loro da mangiare e da bere.
“Si, ho registrato che ultimamente vi sono molti fenomeni diciamo insoliti...” disse Ernò “... tempeste improvvise a molte miglia dal suolo, straripamenti di laghi... interi boschi abbattuti o addirittura arsi... ecco, credo che non siano fenomeni naturali...”
“Tu fantastichi troppo, ragazzo mio.” Ridendo il Borgomastro.



Gygaen fece segno a Nyoko di seguirlo.
Così entrarono nella locanda dove c'erano molti clienti sia al bancone, che ai tavoli.
Ne trovarono uno libero e si sedettero.
Accanto a loro quattro giovani discutevano animatamente al loro tavolo.
“I Neri non la spunteranno.” Disse uno di loro.
“Puoi giurarci!” Un altro. “Se non sanno leggere e non hanno la sensibilità per comprendere l'arte, beh, affari loro! Non subiremo le loro prepotenze!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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