Ernò fece accomodare in casa Altea ed Ismael, servendo loro dell'ottimo liquore del posto.
“Il Borgomastro” disse “è colui che amministra il borgo. E' la massima autorità e governa questo luogo. Io sono suo nipote.” Restò sorpreso quando la regina si rivelò. “Una regina?” Stupito. “E viaggiate su un carretto senza scorta?”
Gobbo rise ancora.
“Siete un tipo divertente, la battuta non vi manca.” Disse divertito a Dacey. “Anche voi in fatto di parlantina non siete affatto male.” Facendole l'occhiolino.
Erano riusciti alla fine ad entrare nella torre pericolante.
Vi erano scricchiolii ovunque, pietre che si sbriciolavano, cigolii e strani rumori.
Gobbo trovò, fra i tanti spazi all'interno della torre, un ambiente sufficientemente ampio, coperto e senza il rischio che qualche pietra cadesse loro in testa.
Sistemò del fogliame a terra, su alcune murature consumate, dove potevano ora sedersi.
“Non sarà il palazzo reale” mormorò “ma andrà benissimo per stare sufficientemente comodi.” Sedendosi. “E' di vostro gradimento qui?” a Dacey.
La serata trascorse così in quella locanda per Gwen, fra le discussioni dei clienti, l'odore di cibo, il caldo del forno acceso ed i fiumi di vino e birra che scorrevano fra i tavoli.
Poi, pian piano, molti cominciarono ad andar via.
La clientela andò scemando e velocemente si avvicinò l'ora di chiusura del locale.
Taddeon annuì e seguì Miss.
Charterius era nel laboratorio, alle prese con alambicchi, fiale fumanti, ampolle con strane pozioni colorate dentro, odori di fumo ed ampi recipienti in cui bolliva sui fornellini acqua mischiata a diverse sostanze.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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