Il ladruncolo uscì, mentre Gwen restò seduta al tavolo della locanda.
Trascorsero lunghi minuti, fino a quando il locandiere si avvicinò al tavolo.
“Porto in tavola” disse alla bella zingara “qualcosa da mangiare? Abbiamo lo stufato e dei formaggi stasera.”
Taddeon seguì con lo sguardo le gambe di Miss che si accavallavano ancora, per poi guardare negli occhi la ragazza.
Il suo sguardo sembrava compiaciuto e pareva sussurrare un malizioso e soddisfatto brava alla giovane capa.
“Dite” disse “che ammalio le donne? Troppo generosa, Miss...” con un sorriso cortese e galante “... le mie qualità? Diciamo ho il dono della diplomazia, mi piace cercare la strada più semplice per raggiungere gli obiettivi, con una certa attenzione al gusto, allo stile ed alla bellezza. Dopotutto noi uomini dobbiamo distinguerci dagli animali, no?” Quasi divertito e con un che di allusivo. “Ma chiedo, Miss...” senza smettere di fissarla “... come ha fatto una ragazza tanto giovane ha scalare in così breve tempo la vetta della nostra organizzazione segreta?”
“No... non ne ho la mi... minima i... idea.” Disse Gygaen a Nyoko. “Av... avvicinia... moci e ce... cerchiamo di ca... capirlo...” facendo segno alla ragazza di seguirlo.
Così si mischiarono alla folla che assisteva molto presa a quella sorta di comizio.
L'uomo sul palco improvvisato gesticolava come un forsennato, tutto rosso in viso per l'enfasi dei suoi discorsi e parlava come fosse tarantolato.
“Noi siamo nella ragione, non certo i Neri!” Gridò.
Tutti lo applaudirono.
“Davanti a simili principi, a tali ideali, è giusto e doveroso che chi possiede la ragione e la verità si batta per esse!” Aggiunse.
Il tripudio dei presenti lo avvolse.
“Pa... pare di... discutano di u... una que... questione mo... molto se... seria...” sottovoce Cygaen a Nyoko.
“Si, altezza...” disse Ismael ad Altea.
Allora si mise nel mezzo del sentiero e fece cenno al carretto di fermarsi.
Il vecchio che lo conduceva tirò a sé le briglie, fermando la vettura.
“Chi siete?” Chiese il contadino.
“Viaggiatori.” Ismael. “Il nostro mezzo di trasporto è andato perduto ed ora sia appiedati in questa landa senza sapere dove siamo...”
Il contadino guardò lui e poi Altea.
Gobbo rise di gusto.
“Ne avete di fantasia.” Disse aiutando Dacey a salire su quelle rocce insieme a lui. “Un bandito non va in giro fingendosi un umile saltimbanco, non credete? Né mangia a sbafo da un amico cuoco, no?” Ridendo. “Però un po' ci avete preso... in effetti questo posto non ispira molta simpatia alla gente... ecco, siamo quasi arrivati...” indicando una sagoma scura nella sera.
Si trattava di una torre diroccata posta tra la fine delle mura e l'inizio della campagna.