Presi l'asciugamano e mi alzai, restando in piedi per un lungo istante, mentre il sangue fluiva dolcemente dalla mia pelle, scoprendola a poco a poco più bianca, più giovane, più perfetta di prima.
Ero intenta a guardare quelle gocce scendere piano piano, cosa che mi rilassava immensamente, quando sentii un tonfo.
Mi voltai di scatto, e vidi la ragazzina a terra, svenuta.
Alzai gli occhi al cielo ma non mi scomposi, continuai come se nulla fosse ad asciugarmi, uscendo finalmente dalla vasca, per scivolare nella vestaglia di seta candida che mi aspettava.
Era così bella la sensazione della seta sulla pelle, così delicato e allo stesso tempo inebriante.
Aprii la porta e chiamai a gran voce il mio servo più fedele, con tono imperioso, che non ammetteva repliche.
Sapeva perfettamente che in qualunque punto del palazzo si trovasse, entro pochi secondi doveva essere da me.
Non tolleravo sgarri, nemmeno da lui.
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