Gwen sbirciò dalla finestra, vedendo delle figure nel cortile.
Fra loro riconobbe Vanbelv.
Circondavano qualcosa.
Parlottavano fra loro.
Poi Vanbelv si segnò e così fecero anche gli altri.
Gettarono dell'Acqua Santa e poi andarono via.
La vampira allora si accorse cosa circondavano fino a poco prima Vanbelv ed i suoi.
Era il corpo di Nikolaj con un paletto conficcato nel petto.
Subito il cavaliere cominciò ad assaporare con le labbra e la lingua la pelle nuda di Altea in quella generosa scollatura, indugiando fra la piega dei bianchi seni di lei.
“Sei la mia dannazione...” disse avido di carnalità “... ti adoro... amore mio...” senza smettere.
“Tu sei bellissima...” disse lui baciando ancora Dacey “... bella come solo una notte senza Luna sa esserlo... dove le ombre assumono la forma dei sogni che immaginiamo...” prendendola per mano.
Allora apparve qualcuno.
Una figura con una lunga clamide nera, incappucciata.
Minsk con Dacey si avvicinarono alla figura.
“Figli della notte...” la figura incappucciata con una voce bassa, irreale “... giurate presso gli antichi potentati dei boschi e della Luna cosa portate come pegno all'eterno mistero...”
“Ecco mia moglie...” fece Minsk mettendo un magnifico anello al dito di Dacey.
Era un matrimonio, una fuga dal mondo per unirsi in nozze secondo un antico rito.
Ed ora toccava a Dacey rispondere con le stesse parole di Minsk.