Tra corpi sudati, gemiti incontrollati, grida di piacere, l'odore delle lenzuola bagnate, il letto diventato ardente.
Poi la foga di lui nel possederla, l'avidità di lei nel volerne sempre di più.
E in quell'amplesso amorale, perduto, lascivo e depravato, quel bacio.
Preceduto da quelle parole.
Parole d'amore.
I due si baciarono, senza smettere di possedersi, di godere, di penetrare l'uno nell'altra.
Caddero fra le lenzuola abbracciati, continuando quella danza di corpi arroventati.
Si baciavano, si toccavano ovunque.
Più e più volte.
“Ti amo...” disse baciandola lui.
Ed infaticabile continuava a farla godere, a soddisfarla.
A lungo continuarono, senza pudore e senza preoccuparsi del mondo fuori da quella camera.
E così, insieme, raggiunsero il piacere più alto.
Un orgasmo unico, profondo, travolgente, totale.
Le loro mani si strinsero, le dita si intrecciarono.
Gemettero insieme, ansimando forte.
Aegos la baciò per impedirle di gridare.
Ma Lys avrebbe voluto gridare forte, con tutta l'anima.
Alla fine, stravolti, persi, caddero addormentati in un rilassante abbraccio.
“No, potrebbe ucciderci tutti e tre.” Disse Elv a Gwen. “Non è più un semplice vampiro.”
“Esatto.” Ridendo Nikolaj. “E lo dimostrerò...” allora soffiò su di loro.
Un attimo dopo persero i sensi e fu solo buio.
Il brindisi ed il vino finì nei loro calici.
Poi cominciò il pranzo.
Dacey sentiva lo sguardo di Minsk su di lei.
Su ogni piega del suo corpo, su ogni fattezza del suo viso.
Uno sguardo insistente, caldo, virile, profondo.
Uno sguardo che sembrava volerla spogliare all'istante, strappandole ogni parte di quell'abito, metterla sul tavolo e farla impazzire, perdere, stravolgere.
Il Maresciallo chiacchierava di politica, di tasse e del suo odio per i chierici.
Fagianus annuiva, proponeva, sottolineava, ideava.
Mangiavano e parlavano, col barone che a cadenza quasi regolare interveniva.
Il suo sguardo però non lasciava mai Dacey.
“Immagino” disse ad un tratto Minsk “che lady Dacey trovi noiosa questa discussione. Direi dunque di coinvolgerla... parlateci di come avete trovato Monsperone. Vi piace? Vi ispira? Vi trovate come fosse casa vostra, madama?” Guardandola con un sorriso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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