Non capivo più niente, ero completamente folle, persa, mi ero voltata nell'estasi più totale, nella perdizione più assoluta.
Sentivo tutto il mio corpo fremere, in quella posizione così lasciva, così proibita, così calda ed invitante.
Ogni istante era una tortura, ogni momento di quell'attesa terribile un tormento, gemevo piano, supplicando quasi l'esaudimento di quel desiderio ormai incontrollato che aveva preso ogni parte del mio essere, l'aveva sconvolto fino a farlo impazzire, non renderlo più lo stesso, farlo morire e rinascere mille e mille volte. Ancora e ancora.
Sentivo la sua mano su quel membro ormai pronto, che sapevo bene fremeva quanto me, quanto la mia intimità pulsante, calda e umida.
Ma poi, tutto intorno a me iniziò a vorticare di nuovo, il mondo scomparve ed esistette solo il piacere, quel piacere così assoluto da farmi perdere letteralmente il senno.
La sua mano era entrata di nuovo in me, e io non riuscivo a trattenere le grida, nè volevo trattenerle a dirla tutta.
Le sue mani si muovevano in me in un modo così abile, così intenso, da farmi gridare in un modo incontrollato, forte.
La mia voce sovrastava la sua, le mie grida risuonavano nella locanda, forse anche nel borsco e a Monsperone stessa.
Ma non mi importava, non mi importava nulla di tutto ciò, niente di niente.
Pensavo solo a lui, a quella mano, a quel piacere... no, non pensavo nemmeno, godevo e gridavo e basta.
Sentii come in lontananza Aegos che mandava via Icarius, ma ero troppo soggiogata dal piacere per intervenire, ero così persa da non riuscire a muovermi e nello stesso tempo non riuscire a stare ferma.
Era meraviglioso, ero compleramente in estasi, una sensazione che la mia vita dissoluta non mi aveva mai concesso.
Poi il ragazzo se ne andò e io voltai lo sguardo a cercare quello azzurro di Aegos.
"Ehi, quello era il mio giocattolino..." con aria divertita, ma la voce e lo sguardo stravolti dal piacere incontrollato e insopportabile delle sue mani.
Poi quel tono, quella voce, e improvvisamente esistemmo solo noi al mondo, di nuovo.
"La padrona è sempre pronta, Aegos..." fissandolo con occhi famelici, caldi, lussuriosi e appassionati "...per una bella cavalcata!" aggiunsi, abbassando lo sguardo fino a cercare quella virilità così meravigliosamente eretta e prorompente che bramavo infinitamente dentro di me.
O forse, per la prima volta, bramavo molto più di quello in me...