Il barone guardò Dacey e sorrise lievemente.
Un gesto intimo e sensuale.
Ma vi era il Maresciallo e i due amanti non potevano indugiare oltre.
“Oggi è giorno di udienze, mio signore.” Disse il Maresciallo. “Venite, alcuni dei vostri vassalli vi attendono nella sala grande.”
“A dopo, madama...” Minsk sfiorando con un bacio la mano di Dacey, accarezzandole la pelle per un istante con la lingua calda “... a dopo...” fissandola.
Poi andò via col Maresciallo e lasciando la ragazza con in mano la lavanda.
Senza indugiare oltre, il cavaliere guardò Altea negli occhi, si avvicinò alla sua bocca e la fece sua.
La baciò con impeto, trasporto, foga, come se non assaporasse le labbra di una donna da tempo, da una vita intera.
Un bacio che divenne subito ardente, inumidito dai fiumi della passione, animato da un gioco di lingue che si rincorrevano l'una sull'altra.
Un bacio quasi magico, che sembrò destare il castello diroccato dalle ombre di antichi e dimenticati incanti.
“Eh, l'amore...” disse sorridendo il vecchio custode fermo a guardarli.
Gwen liberò Ivan da quelle catene, senza attendere che Elv potesse aiutarla.
Poi diede al suo amico alcune gocce dell'unguento del barone.
In pochi istanti il vampiro ferito sembrò riprendere.
“Ivan...” disse Elv “... chi ti ha fatto questo?”
“Sono stato io.” Una voce fredda alle loro spalle.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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