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Vecchio 17-05-2018, 00.09.26   #1660
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Icarius guardava quella scena eccitato.
Era a terra e davanti a lui stavano Aegos che teneva stretta a sé Lys, in una morsa.
Con una mano le stringeva i seni, con l'altra invece tormentava ed allo stesso tempo deliziava il sesso della padrona.
Lei era fuori di sé, come se avesse perso l'aria di dominatrice, di sadica dark lady, con lui che muoveva forte, veloce e con maestria le sue dita dentro la ragazza, stravolgendole il bacino, rivoltandole il basso ventre e facendola gemere come una cagna in calore.
Lei lo guardava, era praticamente aggrappata a lui, persa e dannata in quel gioco erotico ed immorale così intimo e profondo.
“Si, dimmi, padrona...” disse lui a lei che aveva sussurrato il nome dello stalliere in un gemito soffuso “... lo sai che il tuo stalliere pende dalle tue labbra...” quasi beffardo, senza smettere di farla impazzire, per poi baciarla lascivo, infilandole in bocca la sua lingua vogliosa.



A stento Elv riuscì a trattenersi, calmato anche da Gwen.
“Ora dacci un taglio, Nikolaj.” Disse Ivan.
L'altro rise.
“Massì... la smetto...” ridendo “... beh, sarà meglio che vada... ho idea di non essere molto gradito...” andando via divertito.
“Bastardo...” mormorò a denti stretti Elv quando l'altro fu andato via.



Il cavaliere si guardò intorno cercando di capire cosa stesse accadendo nel castello.
Poi il suo sguardo azzurro seguì la mano di Altea che si intrufolò nella scollatura per recuperare la collana scivolata nell'abito fra i seni.
Allora la guardò negli occhi.
Uno sguardo intimo e profondo.
“Il nostro misterioso uomo sembra dunque svanito insieme alle ombre della notte.” Disse.
Ma in quello stesso momento udirono dei passi.
Qualcuno stava salendo le scale della torre.
Subito il cavaliere portò la mano sull'elsa della spada.



“Ti sbagli, mia cara.” Disse il Maresciallo a Dacey. “Quel saltimbanco non è andato via. E' ancora nostro ospite e dubito potrà lasciare il palazzo. Dico bene, messere?” A Fagianus.
“Concordo, signore.” Annuì questi. “Le leggi Monsperonesi sono molto severe per chi aggredisce un membro dell'aristocrazia.”
“Già.” Fece il Maresciallo. “Non temere, Dacey... quel cane pagherà caro. Io stesso andrò nelle prigioni dopo aver fatto colazione. Poi io stesso gli strapperò quella maschera dal viso." Cominciando a mangiare.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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