Disattivato
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Ero completamente fuori di me, immersa in quella passione incontrollata, in quella perversione così tangibile, così profonda e oscura, che solo pochi esseri umani sarebbero stati in grado di sopportare.
Perché infondo molti vorrebbero rompere le catene che li legano alla società, ma la verità è che ben pochi possono farlo.
Io posso... posso eccome.
Per me non valgono le normali regole del resto del mondo, come la monogamia, la morale, o in generale tutto ciò che limita la passione, il desiderio, la lussuria.
No, io non avevo alcun limite, ed era questo che il mio padrone amava in me, ero ciò che lui aveva fatto di me, senza di lui non esisterei nemmeno, sarei soltanto una parte di Clio, ben nascosta nelle sue notti, relegata nei suoi pensieri più oscuri e proibiti.
Invece sono qui, libera e decisa a godere ogni istante della vita che mi è stata concessa.
Ora ero lì, inginocchiata tra i miei due servi, a gustarmi quelle virilità così eccitanti, così salde e sicure, così frementi.
E mentre la mia lingua li tormentava, li assaporava, gustandone il sapore, la consistenza, la mia mente andava alla ricerca dei suoi pensieri più nascosti e proibiti.
E li trovai.. oh se li trovai.
Adoravo scoprire quei pensieri, capire cosa stessero provando non solo dai loro gemiti incontrollati, ma anche dalle parole della loro mente, dal battito del loro cuore.
Il piccolino stava impazzendo, e questo non era facile immaginarlo, non riusciva a resistermi, e non gli davo certo torto... mai avrebbe potuto essere partecipe di un amplesso così perverso, lussurioso e lascivo.
Ma fu Aegos a stupirmi con quei suoi pensieri, così carichi di rabbia e gelosia.
Potevo sentire la sua eccitazione, la sua frustrazione, la rabbia che montava di pari passo con l'esasperazione a cui li stavo portando.
Mi voleva, mi voleva per sé, solo per sé.
La cosa era eccitante, dovevo ammetterlo, ma io volevo anche il mio piccino, e già una volta Aegos me l'aveva portato via, non gliel'avrei certo lasciato fare un'altra volta.
Perché poi?
Non era più eccitante così? Più perverso e proibito?
Il mio padrone avrebbe apprezzato eccome, anzi... stava apprezzando, ne ero sicura.
D'altronde, come potevo pretendere che dei semplici uomini, per quanto eccitanti e prestanti, comprendessero la profondità di quell'abisso di perversione?
Non potevano, certo, ma io abitavo laggiù, sul fondale oscuro, e se volevano raggiungermi dovevano immergervisi, fino ad annegare.
Questo volevo, che annegassero con me, per me.
I pensieri erano così forti e intensi, però, da colpirmi ed eccitarmi contemporaneamente.
Ma poi Aegos impazzì, buttò a terra Icarius e mi prese per la gola, guardandomi con odio, quasi, gelosia, rabbia e desiderio.
Quell'ordine, quel tono, i miei occhi divennero rossi per la rabbia, l'eccitazione.
"Io farò ciò che mi pare e piace, servo!" colpendolo con forza al volto con un sonoro e potente schiaffo, con lo sguardo ardente.
Portai la mano sul suo polso, e lui iniziò a sentirlo caldo, sempre più caldo, come se la mia mano fosse un tizzone infuocato, a causa della mia magia.
"Se voglio prendermi tutti e due i miei servi, li prenderò tutti e due, chiaro?" con aria di sfida, il tono autoritario e deciso, lo sguardo infuocato nel suo.
Schioccai le dita, senza togliere lo sguardo dall'azzurro intenso e striato di rosso degli occhi di Aegos.
"Su Icarius, vieni qui subito!" ordinai.
Mi eccitava terribilmente quella situazione, quella sfida, quel comportamento di Aegos.
Volevo vedere fin dove si sarebbe spinto per avermi solo per lui, volevo condurlo al limite, farlo impazzire, uscire di senno, fargli perdere ogni freno e controllo.
Nessun uomo mai mi aveva parlato in quel modo, nessuno mai era riuscito a dominarmi, se non il mio padrone, chissà se lui sarebbe stato all'altezza di un compito tanto arduo quanto impossibile.
Chissà...
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