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Vecchio 15-05-2018, 16.54.56   #1596
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Ma certamente, madama.” Disse entusiasta il vecchio ad Altea. “La migliore stanza del castello. Tutta per voi. Prego.” Invitandola a seguirlo.
Arrivarono allora in cima alla torre, nell'ultima stanza.
Un tempo doveva essere stata bellissima e sfarzosa, degna di una principessa Afragolignonese, ma ora era un vuoto vano con crepe ed umidità ovunque.
Dell'erba era ammantata tra le murature ed il pavimento, fungendo da desolante giaciglio.
“Buon riposo, signora.” Ed il vecchio andò via.
Vi era una finestra da cui presumibilmente si poteva dominare con lo sguardo l'intero bosco di Chanty.



A lungo Minsk restò a possedere Dacey.
A lungo, per poi ricominciare ogni volta.
Le ore della notte erano scandite dai loro gemiti, dai loro corpi caldi e sudati che si rincorrevano, si incontravano e si contorcevano fra quelle lenzuola ora divenute fuoco.
Le mani di lui erano ovunque su di lei, come le sue labbra e la sua lingua.
Non vi fu piega e forma del corpo della ragazza che il barone non assaggiò, non assaporò, non gustò, non fece sua.
Più volte raggiunsero insieme il piacere più alto, intenso, appagante e più volte lui esplose in lei la sua potenza oscura, misteriosa, dannata.
Gridarono, godettero, si persero insieme.
Lui la rapì davvero, portandola lontana, nei meandri della notte, dove i sogni e gli incubi si annullano, dove esiste solo il proprio essere se stessi, rinnegando tutto e tutti.
E solo alla fine di tutto ciò, quando lei si abbandonò ormai paga ed esausta, lui si posò sulla sua gola con un ultimo bacio.
“Sei mia...” disse “... lo sei sempre stata ed ora lo sarai per sempre, amore mio...” ed affondò piano i suoi denti nell'ambrata pelle di lei, nella sua carne calda, succhiandole il sangue e forse l'anima.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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