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Vecchio 15-05-2018, 03.03.40   #1580
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Si, sono pazzo...” disse Elv uscendo dalla torre e tirandosi dietro Gwen “... ed è tutta colpa tua!” Divertito.
Si immersero ancora nel bosco buio e silenzioso, sotto un firmamento che scintillava come uno scrigno che aveva riversato fuori ogni sua gemma.
Lunghe ombre sembravano sul punto di animarsi, liberando antichi spiriti e primordiali paure.
“Beh...” fece Elv “... se il capitano di una nave può sposare, così qualunque ufficiale ed autorità ci basterà trovarne uno e saremo marito e moglie prima che faccia giorno, no?” Facendole l'occhiolino.



Erano folli, persi, maledetti, eccitati.
Aegos non smetteva di assaporare il sesso di Lys, con la lingua, con le labbra e muovendo frenetico e lascivo la bocca per intensificare quel massaggio perverso.
Tanto da spingere, costringere la padrona a mollare letteralmente il membro di Icarius per poter gemere e gridare liberamente.
Incontrò allora gli occhi da cucciolo bagnato di Icarius, folli, ardenti ed il suo viso in fiamme.
“Madama, non resisto...” disse ansimando, soffrendo per il modo in cui lei lo aveva mollato “... non ce la faccio più...” con voce infantile, sofferente.
Lei poteva leggere nella sua mente, svelare i suoi pensieri più intimi, profondi e perversi.
Lui la vedeva non solo come la sua padrona, con un'eccitazione infima, immorale, ma anche con un perverso affetto, quasi da nipotino verso sua zia.
Era in bilico, sospeso tra questo affetto morboso ed una carnale ed incestuosa attrazione.
Aegos però non cessava, continuando infaticabile, quasi con rabbia perversa.
Poi lo specchiò brillò, tutto si fermò, come se il Tempo e lo spazio si fossero annullati a vicenda, trasformando Icarius ed Aegos simili a due statue, ancora pulsanti, ma immobili, quasi inanimate.
“Lys...” disse una voce calda dai riflessi sinistri dello specchio, dove si specchiava la nudità della ragazza, il suo sesso caldo e bagnato, le cosce arrossate ed unte.
Quel corpo proibito e perfetto, con le sue forme lascive, in mezzo ai due servi che ora più che mai apparivano come due bronzi a guardia della loro lussuriosa padrona.



Minsk restò a guardare Dacey negli occhi, mentre lei stringeva il suo membro, muovendo la mano in ritmo sensuale e perverso.
Lui sorrise appena, quasi orgoglioso della sua virilità, di come sopportasse e resistesse a quel gioco, a quella presa attorno alla sua virilità calda e durissima.
Poi ancora le labbra e la lingua di lei, le sue parole, la sua bellezza ardente fecero perdere ogni resistenza al barone.
Con virilità quasi brutale, la prese in braccio, portandola sul letto.
La fece stendere sulla schiena, divaricandole le gambe e chinandosi fra esse.
“Oh, si...” disse famelico, deglutendo eccitato.
Cominciò allora ad assaporare direttamente con la bocca e con la lingua il meraviglioso fiore bruno di Dacey, quel sesso ormai umido e denso di brina, strappandole gemiti profondi, stravolgendola nel profondo, facendo sussultare e vibrare il suo basso ventre.
La teneva stretta per le gambe tutte aperte, mentre assaggiava, gustava l'inebriante e salato nettare di quel fiore che dalla Primavera era ormai sbocciato ad un oscuro Inverno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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