Ero persa in quel vortice di perversione, non capivo più niente, sentivo solo il mio corpo completamente in fiamme, voglioso, voluttuoso, ardeva di un fuoco così intenso, un fuoco che avrebbe bruciato chiunque altro, ma che invece per me non era che un vecchio amico, uno di quelli che ti accompagna da talmente tanto tempo che diventa parte di te.
Sentivo Aegos sotto di me giocare con la lingua dentro di me, dentro e fuori facendomi impazzire sempre di più, sempre di più, facendomi invocare con tutta me stessa l’esaudimento di quel desiderio ormai folle e incontrollato.
Il mio movimento continuo e frenetico non era altro che una muta supplica perché mi prendesse, con tutta la forza che avevo.
La sua lingua era così abile, il piacere così intenso, così forte e incontrollato che non riuscii, e nemmeno volli controllarmi.
Sentii il mio corpo cedere a quel godimento completamente fuori controllo, tanto da riversare sul suo viso caldo liquido fatto di umori, eccitazione, e tutto ciò che il mio corpo gli riversò addosso.
Dovetti togliere la bocca dal membro ormai al limite di Icarius per poter gridare, unico modo per sfogare quel momento di pura perversione. Ma i miei occhi cercarono il dolce giardiniere, li tennero incatenati per ogni istante, poté leggervi tutto il piacere lussurioso e lascivo che mi scuoteva.
Poi quella supplica, quella voce da cucciolo, così eccitante.
“Nemmeno io piccolo...” gemetti, socchiudendo gli occhi.
Ma poi.. lo specchio si illuminò e tutto si fermò nella stanza.
Allora il mio cuore prese ad accelerare, se possibile, dato che già scoppiava.
Ma questo era un battito diverso.
Il mio signore era lì, era lì per me.
Senza spostarmi da quella posizione, voltai la testa verso lo specchio spalancando gli occhi.
“Mio signore...” sussurrai solo, con la voce sconvolta dalla passione.
|