Elv sorrise, capendo il modo in cui Nikolaj se la stava spassando.
Allora con Gwen proseguirono, stavolta in cerca di Ivan.
Trovarlo fu meno semplice, al punto che le sue tracce spinsero i due vampiri a raggiungere un piccolo villaggio ai piedi di un poggio coperto di cipressi.
Intravidero Ivan che vagava da solo per le strade deserte.
Pian piano il palazzo si addormentò.
Il Maresciallo e Fagianus si ritirarono nelle loro stanze, credendo che anche Dacey avesse fatto lo stesso.
In realtà la ragazza si addentrò nei corridoi intrisi di penombra, nel silenzio degli androni, attraverso gli sguardi inanimati e sinistri dei ritratti alle pareti, fino a raggiungere la porta della camera del barone.
Bussò.
“Entra pure...” disse lui dall'interno della stanza.
La camera era avvolta da inquieti giochi di chiaro scuro, con solo una candela ad illuminare a stento quell'ambiente.
Il barone stava seduto su una poltrona.
I capelli neri scendevano sulle spalle ed i tratti del suo volto erano resi vaghi dalla penombra.
Solo quegli occhi rossi scintillavano nel chiaroscuro, come stelle sconosciute in un cielo straniero.