Era sbronzo, il piccolino, constatai con un sorrisetto divertito.
Oh era così carino, decisamente un cucciolo che andava allo sbando.
Non avevo idea di come fosse arrivato lì, né di come si fosse sbronzato, ma non mi importava.
Dopotutto l’alcol sembrava avergli dato una nuova linfa vitale, e io non potevo che esserne contenta.
Era uno spreco quel povero ragazzo, dato il bel regalo che la natura gli aveva fatto in mezzo alle gambe.
E poi quel candore mi eccitava in un modo tutto nuovo, un modo che non mi era mai capitato e per quello mi incuriosiva.
Quel suo candore mi suscitava un moto intento che finiva costantemente in un lago umido fatto di umori che si riversavano sulle mie cosce.
Lo guardai saltellare tutto contento, e poi farsi rossissimo quando realizzò di che tipo di festa stavo parlando.
Il mio sorriso si fece malizioso e sensuale, affamato e lussurioso, mentre mi avvicinavo a lui, afferravo con decisione la cintura dei suoi pantaloni, la slacciavo guardandolo in silenzio, e con uno strattone abbassavo i calzoni del mio bel giardiniere, liberando quell’eccitazione così ben fatta, che faceva venire l’acquolina in bocca, e non solo.
“Questa festa, piccolino mio...” con voce calda e vogliosa.
Mi voltai per un momento verso Aegos ancora nudo ed eccitato, facendogli cenno di andare dietro di me.
Sistemai la scena in modo da essere ben visibile dallo specchio, volevo che il mio padrone vedesse, volevo che fosse eccitato a tal punto da balzare fuori e farmi sua, lì, davanti ai mei servi.
Allora scesi lentamente sul membro ardente del giardiniere e lo intrappolai da subito tra le mie labbra facendolo scivolare lungo la mia bocca calda e accogliente prima di lanciarmi in quel gioco ardito e meraviglioso che gli avrebbe strappato lunghi gemiti di piacere assoluto e peccaminoso.
Il mio corpo era piegato in avanti, il bacino completamente tirato indietro, le natiche bene in vista.
Come prima invitavo con quei movimenti, e quella posizione, il mio padrone attraverso lo specchio ora esortavo Aegos, posto dietro di me, a prendermi come lui sapeva fare bene, dannatamente bene.
No, non mi bastava mai.
Sì, ero decisamente ingorda.
E non è meraviglioso?
Andiamo, chi resisterebbe a due uomini così?
Nessuna che sappia godere appieno della vita, perlomeno.
E ancora aspettavo l’arrivo peccaminoso del mio padrone.
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